Facevamo bene a preoccuparci. Il nuovo regolamento sul biologico subisce una brusca frenata, ma anche il programma per introdurre un piano di educazione alimentare nelle scuole entra in una fase di stallo. Nel documento ufficiale della Commissione Europea sul programma di lavoro della Commissione Juncker per il 2015 le preoccupazioni del Movimento 5 Stelle non vengono fugate. Anzi.

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La proposta relativa ad un nuovo regolamento per il settore biologico, si legge nel documento, “verrà ritirata” e si procederà con una nuova iniziativa “se non si trova l’accordo nel giro di sei mesi” tra i ministri dell’agricoltura dei 28 Stati Membri. L’accordo, che doveva essere siglato sotto la presidenza italiana, non è stato trovato in mesi di contrattazione. Siamo quindi costretti ad attendere altri sei mesi per capire se sarà questa la proposta su cui dobbiamo lavorare o se la Commissione dovrà elaborarne una nuova. Il che sposterebbe l’inizio della discussione effettiva nel 2016. In ogni caso si tratta di una sconfitta per il settore. Il biologico è un settore in espansione e in evoluzione, che ha bisogno di un regolamento al passo con i tempi. Una nuova proposta di regolamentazione in tempi brevi deve essere una priorità. Ritengo impensabile che trascorrano altri mesi senza che se ne parli.

Per comprendere l’importanza del settore, basta ricordare che mentre i consumi alimentari sono in netto calo, la domanda di prodotti biologici è cresciuta del 17,3% nei primi cinque mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. Gli operatori del settore biologico sono oltre 52 mila, con un aumento complessivo del 5,4% rispetto al 2012. Il giro d’affari complessivo del Bio in Italia ammonta a 3,1 miliardi di euro.

Va detto che l’attuale proposta era già arrivata in commissione agricoltura al Parlamento Europeo, destando non pochi dubbi. Io stesso, nel mio intervento, spiegavo che una normativa troppo burocratica e con vincoli troppo stringenti rischiava di frenare la crescita del settore, piuttosto che favorirla.  Una posizione condivisa da molti addetti ai lavori e dal Comitato delle Regioni d’Europa.

bambini-ciboL’altra battuta d’arresto riguarda il programma di educazione alimentare per fornire alle scuole frutta, verdura e latte. Il piano, che è stato largamente pubblicizzato dalla Commissione per contrastare il calo dei consumi di ortofrutta e latte fra i più piccoli e affrontare il problema della cattiva alimentazione, ora viene messo in stand by dall’esecutivo. “L’intero schema sarà valutato per ragioni di sussidiarietà, proporzionalità e miglior regolamentazione all’interno della semplificazione della Pac”. Di recente, il commissario all’Agricoltura Phil Hogan ha annunciato di voler portare a termine il processo di semplificazione della Pac entro il prossimo anno. Noi quanto dovremo aspettare prima di rimettere mano al programma di educazione alimentare?