E’ davvero possibile avere nelle vendite online le stesse tutele che si hanno nel mondo reale?

In molti Paesi europei sembra di sì, ma stando a ciò che dichiarano alcune associazioni dei consumatori l’attuale proposta della Commissione Europea per una nuova normativa delle vendite online rischia di minare molte delle tutele raggiunte nei vari Paesi.

L’associazione dei consumatori portoghese Deco afferma che con la nuova proposta i consumatori lusitani saranno meno protetti negli acquisti online di quanto non lo siano ora. Motivo? Se oggi in Portogallo compro un prodotto online difettoso, lo posso cambiare, proprio come accade nel mondo reale. Con la nuova proposta della Commissione Ue, invece, potrò solamente rescindere il contratto di acquisto e ricominciare da capo l’acquisto. Ha senso questa impostazione?

Ma soprattutto, l’Europa non dovrebbe armonizzare al rialzo, piuttosto che al ribasso? Non sarebbe meglio avere anche in Italia, in Polonia, in Slovacchia le tutele che il Portogallo (in questo caso) e altri Paesi hanno faticosamente raggiunto?

Questo approccio non rischia di allontanare i consumatori alle vendite online più che avvicinarli?

E’ ciò che ho chiesto anche in commissione Protezione Consumatori e Mercato Interno al Parlamento Europeo