Nella sua comunicazione, la Commissione Europea non prevede misure concrete contro le pratiche commerciali sleali. In pratica, secondo l’esecutivo comunitario, chi ruba dovrebbe costituirsi volontariamente. E’ evidente che un report parlamentare che poggia su queste fondamenta non ha il senso di esistere. In Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo lo dico chiaramente.

Ecco il mio intervento:

Sono nuovo in questo parlamento e ho approcciato questa istituzione con la voglia di costruire qualcosa di grande, un’Europa unita che riprenda il senso di comunità. Nel caso specifico, quando ho approcciato questo report l’intenzione era quella di costruire un mercato unico. Un mercato unico lo si può costruire se ci sono delle regole minime comuni. In questo caso, il fatto che questo report non punti a costruire questo livello minimo di regole ma basi tutto sulla questione volontaria mi lascia al quanto deluso e non riesco da neo-arrivato a capire che effetti concreti possa avere tutto quello che riusciremo a produrre in questo lavoro.

Sempre all’interno dello studio vengono riportati molti dati che fanno capire ci sono pratiche commerciali sleali diffuse, tant’è che la maggior parte degli intervistati lo lamenta. E’ un settore che tocca una parte rilevante di commercio transfrontaliero e per cui sarebbe il minimo garantire a questo commercio delle garanzie. Questa mancanza di approccio dal mio punto di vista fermerà ulteriormente il mercato del Km 0, perché in questo regime poco regolamentato sono i piccoli produttori, che solitamente puntano sulla qualità più che sulla quantità, che ci perderanno.

Chiedo che si faccia una forte pressione affinché questa iniziativa non si fermi solo a un regime volontario.