Jabbari_2887273bReyhaneh Jabbari ha 26 anni. E sette anni fa, per difendersi da un tentativo di stupro, ha reagito uccidendo il suo aggressore. Reyhaneh è stata condannata a morte per impiccagione e restano poche ore per bloccare l’esecuzione della sentenza capitale, in programma domani. A margine di un banchetto organizzato in piazza Cavour dal Meetup 5 Stelle di Pordenone sono stato avvicinato da Taher Djafarizad, commerciante e rappresentante dell’opposizione al regime iraniano che ha costituito in Friuli Venezia Giulia “Neda Day”, un’associazione interculturale che si batte per denunciare la condizione delle donne in Iran e nel mondo islamico. E’ stato lui a raccontarmi la storia di Reyhaneh e a chiedermi un impegno in Europarlamento.

Così, ne ho parlato ai colleghi portavoce europei del Movimento 5 Stelle. E ci siamo trovati d’accordo su un punto: l’Ue e l’Europarlamento devono attivarsi per scongiurare l’impiccagione della ragazza iraniana. La madre ha lanciato un appello alle istituzioni italiane, ma crediamo che anche da Bruxelles debba giungere una decisa presa di posizione sull’argomento: la mobilitazione internazionale ha già spinto le autorità iraniane a rinviare di dieci giorni, alla fine del mese scorso.

 

7401_10152630365067888_7961053899422764337_nL’esecuzione della sentenza di impiccagione per Reyhaneh è prevista per domani: occorre dunque una nuova levata di scudi, che consenta di salvare la vita alla giovane donna iraniana e contribuisca a porre definitivamente fine all’ applicazione del “qesas”, la legge del taglione. L’assoluta gravità della situazione è testimoniata da un altro, inaccettabile fatto: per avere salva la vita, a Reyhaneh basterebbe negare il tentativo di stupro, uno spregio assoluto ai diritti delle donne. Dobbiamo spingere le autorità iraniana ad annullare la condanna e aprire un nuovo processo.