“Il Movimento 5 Stelle si farà portavoce in Europa delle istanze degli autotrasportatori del Fvg, penalizzati ancor più dei colleghi delle altre regioni da una crisi gravissima, ascrivibile principalmente alla mancanza di un sistema di regole condiviso a livello europeo. Il nostro fermo impegno per una politica che privilegi lo spostamento dei traffici commerciali da gomma a rotaia non ci impedisce di garantire il pieno sostegno alla causa della categoria sia a Bruxelles sia a Roma, dove ci batteremo perché vinca l’Europa della reciprocità e del rispetto e non quella del più forte”. Lo ha detto l’europarlamentare del M5S Marco Zullo, che ha incontrato a Udine i vertici di Confartigianato Trasporti del Fvg, 1.500 imprese associate con 5.000 addetti. “Il nostro costo al chilometro (1,54 euro) – hanno spiegato il presidente di Confartigianato Trasporti Fvg Pierino Chiandussi e i presidenti di Trieste Rita Rapotez e di Gorizia Silvano Bon, affiancati dal presidente regionale di Confartigianato Fvg Graziano Tilatti, dal segretario regionale Gianfranco Trebbi e dal funzionario Alberto Bianchi – è molto più alto di quello degli autotrasportatori sloveni (1,20 euro al km) e di quello dei romeni (0,84) e non possiamo limarlo perché è determinato dai costi che dobbiamo sostenere per rispettare le norme italiane e comunitarie, quelli delle assicurazioni, del lavoro e del gasolio. Occorrono condizioni di lavoro e regole uniche, altrimenti l’autotrasporto del Fvg, che in tre anni ha perso 1.000 aziende e almeno 2.500 posti di lavoro, sarà destinato inevitabilmente a scomparire”.

autotrasporti“Oltre alla crisi, che sembra non voler finire mai – hanno spiegato gli autotrasportatori – sulle nostre imprese pesa soprattutto il ricorso massiccio al cabotaggio che viene fatto dagli spedizionieri e dalla aziende committenti, una pratica che molto spesso viene svolta illecitamente, senza rispettare la proporzione di tre trasporti interni/uno internazionale, determinando, in una regione di confine come la nostra, l’espulsione dal mercato di moltissime imprese vettoriali”. “Da anni denunciamo a tutti i livelli i pericoli che l’allargamento ad Est dell’Ue, senza una reale armonizzazione dei costi tra i vari Paesi, avrebbe comportato, non riscontrando, nei fatti, un grande interesse”. Secondo

Chiandussi i controlli in Italia sulle macchine straniere come sugli autisti sono scarsi e le norme sono incerte al punto che le forze dell’ordine si trovano spesso in una situazione di impotenza. “Non succede così – conclude Chiandussi, che auspica risposte almeno nel semestre a guida italiana dell’Ue – in Francia e Germania dove le norme vengono fatte rispettare senza se e senza ma, mentre in Italia, come sempre, tutto si risolve a tarallucci e vino”.