Sono i controlli, non tanto gli standard o le regole, il vero problema per lo sviluppo del biologico. Stiamo costruendo, come movimento 5 Stelle, una serie di regole i cui effetti si vedranno nei prossimi anni. Poi però, dalla teoria si passa alla pratica, e le cose cambiano: bisogna fare squadra, trovare un sistema e degli accordi e agire in modo coordinato.

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Ne ho parlato nei giorni scorsi a Cavarzere, nel corso di “Prodotti biologici e igp: prospettive di sviluppo rurale”, evento promosso dal gruppo Efdd al Parlamento europeo. Prima di addentrarci nel tema della conferenza, ho parlato anche della mia attività all’Europarlamento. Ho sottolineato come agricoltura e Made in siano strettamente legati tra loro. Quello che manca oggi nella politica è avere una visione a lungo termine, la volontà di creare progetti che muovano dalle reali esigenze del territorio. Uno dei temi sui quali sto lavorando, come ha raccontato in Veneto, è quello del Regolamento sul biologico: se entro sei mesi non troveremo la quadra tra Parlamento e Consiglio europeo, la Commissione lo ritirerà, con effetti tutti da verificare. Agli amici di Cavarzere ho poi accennato di un report sul quale sono attivo, quello sulle “Pratiche scorrette nella filiera agroalimentare”, a cui si affianca quello che prevede la revisione delle azioni a sostegno dell’ortofrutta.