Viviamo in un contesto storico in cui anche nel fare agricoltura bisogna cambiare prospettiva: l’agricoltore non può più essere solo colui che coltiva, dev’essere un imprenditore in grado di occuparsi di tutta la filiera, fino alla distribuzione del prodotto sul mercato, e le Istituzioni devono essere in grado di fornirgli gli strumenti necessari per intraprendere questo cambiamento.
Oggi la canapa industriale rappresenta una grande opportunità per innovare il mondo agricolo industriale, tant’è che questa pianta viene impiegata in un’ampia gamma di prodotti: generi alimentari, carta, tessuti, fibre, filati, materiali da costruzione e per l’isolamento e altri prodotti lavorati.
Nel 2015 in Europa sono stati coltivati a canapa industriale quasi 22.000 ettari di terreno, più di 11.500 dei quali nella sola Francia. Questo Paese investe annualmente 1,7 milioni di euro nel settore della canapa, garantendosi il primato europeo nella produzione. La legge italiana invece, approvata recentemente, prevede un sostegno al settore di soli 700 mila euro.
E’ evidente quindi che ci vogliano maggiori fondi per poter lanciare un sistema produttivo strutturato che abbia tutte le caratteristiche per potere affermarsi in questo mercato.
L’introduzione di coltivazioni di canapa può oggi essere finanziata dalla Unione Europea attraverso i pagamenti diretti e varie forme di finanziamento, da quelle in capitale fisico, cioè in macchinari, a quelle investimenti per i piani di greening, agli investimenti per lo sviluppo delle aziende e imprese agricole per giovani.
A mio avviso le istituzioni devono implementare le risorse destinate a coloro che vogliono investire in questo settore, perché la canapa industriale può rappresentare un’area di sviluppo interessante in un ambito di sostenibilità e di riconversione verso un’agricoltura biologica.