L’Eurobarometro dice che l’84% dei consumatori vorrebbe essere in grado di individuare l’origine del latte utilizzato per i prodotti lattiero caseari. Percentuali simili riguardano l’origine delle carni trattate. Un dato che spiega chiaramente quale è la volontà dei cittadini europei.

Secondo lo studio esterno da cui è partita l’attività della Commissione, queste informazioni aggiuntive avrebbero un costo aggiuntivo compreso tra meno dell’1% e il 5% nel caso del latte e tra meno dell’1% e il 7% nel caso del formaggio, con la maggior parte dei prodotti che si situerebbe vicino all’estremo più basso della forbice. Si tratta comunque di cifre molto limitate.

Eppure, lo studio della Commissione, partendo da questi dati, arriva alla conclusione che l’introduzione di un’indicazione obbligatoria è da sconsigliare, perchè comporterebbe costi aggiuntivi tali da far cambiare idea ai consumatori, che pur di risparmiare queste cifre irrisorie sarebbero disposti a rinunciare alle informazioni di provenienza.

Si tratta di conclusioni un po’ frettolose e decisamente fuorvianti. Anche alla luce del fatto che lo stesso studio indipendente afferma che i dati raccolti in alcuni Stati (che indicano un rialzo cospicuo dei prezzi), possano essere stati in realtà ritoccati verso l’alto proprio a causa della diffidenza di alcuni Paesi del nord Europa nei confronti delle indicazioni geografiche, dalle quali hanno paura di essere penalizzati.

Per il Movimento 5 Stelle, le etichette devono essere complete e la tracciabilità totale, perché abbiamo il diritto di sapere cosa mangiamo. Ecco il mio intervento in Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale.

Naturalmente sono d’accordo sull’indicazione obbligatoria del Paese di origine in etichetta. Riguardo la tracciabilità, mi sorprende che ancora oggi ci chiediamo se questi prodotti debbano essere tracciati. E’ doveroso che nel mercato odierno si sappia esattamente da dove arriva il prodotto.

La Commissione continua a parlare di oneri troppo elevati per chi adotta un’etichettatura completa. E’ un’affermazione falsa, perché gli oneri sono tranquillamente ammortizzabili dalle stesse aziende. Il rincaro sarebbe dello 0 virgola qualcosa e probabilmente il consumatore non se ne accorgerebbe nemmeno. Senza contare che i dati dello studio esterno da cui é partita l’attività della Commissione sono stati falsati da conclusioni fuorvianti.