Il #Geoblocking è una pratica discriminatoria utilizzata per motivi commerciali. I venditori online impediscono ai consumatori di accedere a un sito Internet sulla base della loro ubicazione, o li reindirizzano verso un sito locale di vendite online che pratica prezzi diversi. Questo blocco può significare, ad esempio, che il noleggio di automobili in Spagna, fatto dall’Italia, sia più costoso se effettuato dall’Italia piuttosto che dalla Spagna.

La rimozione del geoblocking porterebbe ad una riduzione dei prezzi per i consumatori Uno studio di impatto del 2010 del Centro Comune di Ricerca afferma che l’eliminazione del geoblocking porterebbe risparmi a livello europeo per circa 500 milioni, con un calo dei prezzi del 2,9%.

Oggi solo l’8% dei commercianti vende oltre i confini del proprio Paese. Il potenziale del commercio elettronico non è sfruttato a pieno. Abbiamo regole diverse a livello di Iva, consegna pacchi, diverse regole di vendita.

La stragrande maggioranza dei consumatori, effettuando acquisti in un altro paese dell’UE, ha riscontrato l’esistenza di blocchi o di altre restrizioni di natura geografica che non hanno ragione di esistere.

La materia è ampia e delicata, perché va a toccare, in parte, anche le questioni legate al diritto d’autore, il c.d. copyright. Ne ho parlato in commissione Mercato Interno e Protezione Consumatori.

Ecco il mo intervento