Se Angela Merkel, padrona di casa del G20 di Amburgo, sostiene che non si debbano “nascondere le differenze”, il G20 probabilmente serve principalmente a questo. Un insieme di paesi, potenze mondiali, che discutono su tutto e si accordano su niente. Faccio un rapido riepilogo per chi si fosse perso quest’ultima puntata.

Il clima, tema importantissimo su cui la sensibilità oramai è diffusa in modo planetario. Ebbene, “l’accordo è irreversibile” (quindi gli USA che sono contrari sono fuori) ma viene inserito nella dichiarazione finale, quasi sotto traccia, l’utilizzo dei fossili, su proposta della Merkel, così l’America esce dalla porta, sbattendola, e rientra dalla finestra.

Sui migranti la sintesi è questa: l’Italia si arrangi, ognuno per sé, i Grandi 20 non sono d’accordo nemmeno sul condannare i trafficanti di esser umani (Cina e Russia) e ciò viene concesso evidentemente in cambio di qualcos’altro.

Un altro tema di cui i Grandi sono riusciti allo stesso tempo a dire tutto e il suo contrario è quello dei dazi. Grazie ad una dichiarazione molto generica che introduce il concetto di “misure difensive”, di fatto agli Usa viene concesso di applicare dazi in modo selettivo quando e come ne avrà voglia.

Segnalo poi il tema dell’Ucraina: non si conoscono bene i termini dell’ulteriore disaccordo, ma per una volta mi fido della Merkel che dichiara: “Ci siamo resi conto che i progressi sono molto lenti, in alcuni punti c’è una stagnazione se non addirittura una regressione”. Questa la sintesi.

A cosa serve quindi il G20? A dimostrare che chi è più forte detta le regole e chi è più debole le subisce.

Ne avevamo proprio bisogno