Io e i colleghi Evi e Pedicini stiamo seguendo da tempo, ognuno per le proprie competenze, la tematica degli OGM.
Per la prima volta l’Italia, uno dei Paesi dove è più forte l’opposizione agli Organismi Geneticamente Modificati, ha dato il proprio voto favorevole alla proposta di coltivazione di tre piante transgeniche sul territorio comunitario. I mais transgenici autorizzati per la prima volta sono il Bt11 ed il TC1507, mentre per ed il MON810 si tratta di un rinnovo.

Le richieste di autorizzazione per coltivazione o uso di OGM vengono valutate da un apposito comitato tecnico, a cui partecipano i rappresentanti degli Stati membri, che vota le proposte della Commissione. Nonostante il voto favorevole dell’Italia, il comitato tecnico non ha raggiunto la maggioranza e quindi anche in questo caso, come già avvenuto in passato, l’autorizzazione verrà imposta da un atto unico della Commissione che è arrivato lo scorso 31 gennaio.
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Denunciamo questa accelerazione del processo di autorizzazione per la coltivazione di piante transgeniche sul territorio comunitario. Daremo battaglia al Parlamento europeo quando il prossimo Il 21 marzo la Commissione Ambiente sarà chiamata a votare.

Nonostante le tante promesse sulla soluzione di problemi come la malnutrizione o la carenza di vitamine, le richieste di autorizzazione continuano a riguardare varietà che resistono agli erbicidi e in grado di produrre tossine insetticide. Negli Stati Uniti, per esempio, questi mais transgenici causano l’aumento dell’utilizzo di erbicidi, la moltiplicazione di piante infestanti e insetti patogeni resistenti alle molecole che dovrebbero ucciderli.

Questo tipo di procedure prevede che il voto del Parlamento europeo sia di indirizzo politico ma non vincolante, ma deve essere chiaro che la Commissione continua ad imporre ai consumatori europei prodotti che nessuno ha chiesto e nessuno vuole. Dal canto suo l’Italia si troverà a dover giustificare perché abbia acconsentito alla coltivazione di mais transgenici mentre ha già dichiarato di voler ricorrere alle nuove clausole normative che consentono agli Stati membri di vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio”.