Cercano di finanziare la Tav in tutti i modi, anche con i fondi che dovrebbero essere destinati ai progetti innovativi e sostenibili dell’area coperta dalla Strategia Alpina, l’Eusalp.

E’ incredibile come i poteri forti cerchino di drenare risorse da ogni programma europeo per favorire le grandi opere, dove a mangiare sono sempre i soliti noti, invece di tendere la mano alle comunità locali, alla salvaguardia dei loro territori, allo sviluppo di un’imprenditoria legata anima e corpo all’identità e alla cultura delle nostre vallate.

La Strategia Alpina coinvolge 7 paesi. Cinque dell’Unione Europea: Italia, Austria, Francia, Germania, Slovenia. Più due extra Ue: Liechtenstein e Svizzera. Sette le Regioni italiane coinvolte: Trentino – Alto Adige, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Marco Zullo M5S Europa No Tav

In Parlamento Europeo sono relatore ombra dell’Eusalp per il Movimento 5 Stelle e ho già sottolineato che i progetti disegnati dalle Regioni dovranno strizzare l’occhio ai cittadini e non potranno prescindere dalla sostenibilità ambientale.

Peccato che la Strategia rischi di aprire le porte alla Tav e a possibilità di finanziamento derivanti dal Piano Junker, come si legge tra le righe del progetto di relazione di Mercedes Bresso (Pd). Un piano nel mirino della Corte dei Conti europea perché “non esclude esplicitamente la presenza di passività potenziali, oltre ai fondi garantiti dal bilancio europeo”. In pratica, nel Piano Juncker i 315 miliardi di finanziamenti più volte annunciati non sono che un miraggio. La rete di salvataggio per coprire le eventuali perdite sarebbe quella stabilita dal bilancio europeo, vale a dire appena 16 milardi: quelli messi sul piatto dalla Commissione Ue.

Questo, secondo la Corte dei conti Europea, significa che gli Stati che partecipano al Piano Juncker rischiano di dover pagare di tasca propria le eventuali perdite dei progetti finanziati.

Così, oltre a finanziare la Tav con i soldi delle nostre tasse, le nostre Regioni potrebbero chiedere ulteriori sacrifici per ripianarne le perdite. E pagheremmo due volte la stessa opera inutile e dannosa.