Internet è un bene comune. Deve essere considerato alla stregua dell’acqua, non ci sono storie.

L’ho fatto presente ad Andrus Ansip, il Commissario designato da Juncker per gestire il futuro del mercato unico digitale dell’Unione.
Per il Movimento 5 Stelle questo è un punto centrale: internet non è solo un luogo dove si vendono e si comprano beni, servizi o intrattenimento: è un bene di pubblica utilità.

 

E’ indispensabile quando un cittadino deve rapportarsi con le istituzioni pubbliche, è ormai strada d’accesso privilegiata per attingere a informazioni di ogni genere, dalla cronaca ai servizi, fino alla cultura e alla formazione.
Ma è anche un modo per interconnettere persone lontane tra loro, e permettere loro di sentirsi vicine.

Ad Ansip abbiamo chiesto l’impegno formale a dichiarare che tutte queste prerogative fanno di internet un bene comune, situato dunque dalle leggi di mercato.

Il commissario, nella sua risposta, ha tentato di eludere le questioni: mi ha detto che internet deve restare aperto e deve essere inclusivo, che l’Unione europea deve “ovviamente” tutelare le diversità culturali, e che bisogna intervenire a livello di normative. Parole che avrebbero compiaciuto monsieur Lapalisse!

In ogni caso, il Movimento 5 Stelle resta vigile sul punto: continueremo a batterci perché venga riconosciuto lo status di bene comune per Internet!