«Lo scorso 25 febbraio è partita dall’Unione Europea una procedura d’infrazione contro il nostro Paese per l’uso dei richiami vivi nell’attività venatoria. E gli uccellini utilizzati per la pratica saranno anche quest’anno tra le attrazioni della Sagra degli Osei di Sacile, che di fatto supporta e promuove questa esecrabile barbarie». E’ il pensiero di Marco Zullo, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, che ha annunciato la volontà di proporre nelle prossime settimane un’interpellanza al Parlamento europeo sull’utilizzo dei richiami vivi nella caccia in Italia. I richiami vivi sono piccoli uccelli migratori che dopo le fatiche della nidificazione, affrontano il grande viaggio della migrazione dal Nord al Sud Europa e giungono in Italia, dove però sono catturati con le reti e destinati ad una vita di torture e crudeltà: buio, prigionia, sevizie. Tutto ciò, per essere portati all’esterno durante la stagione venatoria ed essere usati appunto come richiami vivi, cioè come  inganno per attirare con il canto i loro simili, affinché i cacciatori possano abbatterli.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA«La sagra di Sacile è nata 741 anni fa, quando l’attività venatoria rivestiva ben altri significati – sottolinea Zullo -. Sarebbe opportuno darle una rinfrescata etica, mettendo al bando l’esposizione dei richiami vivi, ammirati per il loro “canto nuziale”, che giunge in questo caso in estate, al culmine di un trattamento barbaro che sballa i ritmi fisiologici degli uccelli». Secondo l’europarlamentare del M5S, «è ora che le regioni abdichino alla pratica delle deroghe durante la stagione venatoria, spesso giudicate illegittime dall’autorità giudiziaria. Nonostante la dura lettera di messa in mora del Commissario Ue all’Ambiente, il governo ha inserito nel decreto 91 una norma (l’articolo 16, comma 1) che risponde in maniera molto blanda alle sollecitazioni dell’Unione, consentendo la concessione di deroghe al divieto di cattura e la possibilità di detenere un certo numero di richiami vivi».