Sul Referendum la Rai è come l’istituto Luce, un continuo spot elettorale per il sì. Per le altre opinioni non c’è spazio.
Il giornalista Massimo Giannini, non certo un estraneo ai burattinai che muovono il Paese (è stato vicedirettore di La Repubblica, e ho detto tutto!) ha dichiarato che quello che viene concesso oggi a Renzi non era permesso neanche a Berlusconi!
Il Bomba è riuscito anche dove il Caimano aveva fallito: cancellare la riserva indiana di Rai 3, ultimo avanposto non allineato ai tempi di B., ora tornata nei ranghi del regime a suon di marchettoni.
Marco Zullo M5S Europa renzi rai nomine anac referendum
La Rai non è un bel film d’amore. Il suo compito non è mandare a letto gli italiani più felici, il suo compito è informare. Ma sul Referendum (e su molte altre cose) non lo sta facendo!
Con tutto che all’Istituto Luce Rai gli stipendi pagati dai cittadini sono da capogiro e il servizio dovrebbe davvero essere pubblico e super partes. L’ad Rai, Campo Dell’Orto, guadagna 650 mila euro l’anno!!
E molti dirigenti della tv pubblica molti nominati direttamente da Campo dell’Orto, ben 11, hanno avuto l’altolà dell’Anac di Cantone! Tra di loro ci sono anche i direttori di Rai 2 e Rai 3, Ilaria Dallatana e Daria Bignardi.
La Rai, infatti, deve giustificare in modo dettagliato il motivo per cui assume dirigenti dall’esterno e l’Anac afferma che le motivazioni e le nomine degli 11 dirigenti sono assai vaghe.
Peccato che i pareri dell’Anac vengano riportati da tg e giornali solo quando fanno comodo, cioè quando riguardano la Raggi a Roma, per esempio, mentre quando riguardano il giocattolino di Renzi tutto tace!
E noi, con il Canone, paghiamo la sua campagna per il sì.
#IoDicoNO