Uguaglianza, partecipazione e fiducia devono essere i pilastri su cui costruire il mercato unico digitale. Solo così potremmo sviluppare una vera e propria cittadinanza digitale, che dia a tutti gli stessi diritti e pari opportunità di accesso ai servizi del mercato. In Europa, il Movimento 5 Stelle si batte per eliminare e discriminazioni all’accesso e all’utilizzo dei servizi, dei contenuti e dei beni, come l’iniqua pratica del geo-blocking.

Credo che la decisione  della commissione di affrontare la questione del mercato digitale con una visione ampia, che sappia costruire  un quadro generale coerente, superando l’attuale frammentarietà, segua la giusta direzione.

E credo anche che noi, con questo report se vogliamo introduttivo alle effettive proposte legislative dei prossimi anni, abbiamo la possibilità di indicare l’orizzonte verso il quale spingerci.

La società è in veloce trasformazione. La dimensione digitale ormai non è più solo un mezzo, ma è un vero e proprio modo per le persone di vivere la propria componente sociale. Dobbiamo perciò fare in modo che tutta la nostra attività legislativa sia volta a sviluppare una vera e piena cittadinanza digitale.

La cittadinanza digitale necessita innanzitutto del requisito fondamentale dell’uguaglianza. Così come l’Unione si adopera affinché tutti i cittadini europei abbiano i medesimi diritti e pari accesso alle opportunità offerte dal mercato unico, altrettanto dobbiamo garantire anche sul piano digitale.

Vanno perciò eliminate le discriminazioni all’accesso e all’utilizzo dei servizi, dei contenuti e dei beni, come ad esempio l’iniqua pratica del geo-blocking. Ed a tal proposito mi chiedo se e in che misura possano ancora essere accettate delle discriminazioni su base geografica, o se esse non siano una chiara violazione dei principi dei trattati e delle velate misure protezionistiche.

Ma cittadinanza vuol dire anche partecipazione. Un utilizzo passivo del mercato digitale non giova né ai consumatori né alle imprese: per sviluppare appieno il potenziale del settore abbiamo bisogno che gli utenti partecipino in modo attivo e proattivo.

Dobbiamo perciò sviluppare un ambiente che favorisca e semplifichi gli scambi, sia tra privati, sia tra imprese sia a livello di amministrazione pubblica. Le future proposte legislative dovranno dare grande impulso all’e-government.

Da un lato, i cittadini devono poter più facilmente accedere ai servizi, migliorando l’inclusione sociale, e rendendo più agevoli e rapidi gli scambi con la PA; dall’altro le strutture governative devono garantire trasparenza del proprio operato davanti ai cittadini stessi.

Scambi più facili possono però comportare rischi maggiori per i dati sensibili e personali. Ecco perché non dobbiamo trascurare una terza componente della cittadinanza: la fiducia.

I cittadini europei impareranno a sfruttare il potenziale del mercato unico digitale solo se sentiranno di essere adeguatamente tutelati.

Dobbiamo perciò sempre trovare il giusto equilibrio tra accessibilità e tutela della privacy, che non deve essere sacrificata a favore della mera “efficienza del sistema”. Le informazioni personali dei consumatori non devono diventare “merce di scambio” tra le grandi aziende.

Dobbiamo inoltre garantire che per i consumatori, e in particolare gli acquirenti, digitali, valgano gli stessi diritti che possono invocare nella vita quotidiana, soprattutto negli scambi commerciali.

A tal proposito bisogna armonizzare non solo i principi del diritto, ma anche le soluzioni pratiche a cui possono fare ricorso i cittadini, affinché essi siano e si sentano effettivamente tutelati.

Uguaglianza, partecipazione e fiducia devono perciò essere i pilastri su cui costruire il mercato unico digitale.