Sul mercato unico digitale rischiamo un testo finale vago, ambiguo, poco ambizioso e con minori tutele per i cittadini. Uguaglianza, partecipazione e fiducia devono invece essere i pilastri di questo quadro comune. Questo il mio intervento in commissione Mercato Interno e Protezione Consumatori del Parlamento Europeo.

L’approccio iniziale delle relatrici era senza dubbio a tutela dei cittadini e dei consumatori. In linea di principio questo approccio sembra che venga ancora portato avanti. I problemi nascono quando passiamo dai principi agli aspetti concreti. E’ qui che il report sembra annacquato. Ci troviamo di fronte a delle incertezze giuridiche o a delle forme linguistiche contraddittorie. Mi riferisco al geoblocking, quando si parla di legittima discriminazione. Una contraddizione in termini che non ha senso di esistere. Questo accordo sembra quasi voler raccogliere un consenso ampio. Forse vuole accontentare un po’ tutti in modo da avere una larga approvazione.

L’opinione del Movimento 5 Stelle é che questo approccio rischi di creare un documento vago, ambiguo, che complichi invece di chiarire e che possa generare confusione. Vorrei quindi esortare le relatrici a perseguire la strada che hanno intrapreso all’inizio di questo percorso. Una strada ambiziosa e coraggiosa che ha come obiettivo principale quello di garantire ai cittadini europei un mercato unico digitale che sia basato sul serio su tre pilastri: uguaglianza, partecipazione e fiducia.