In commissione agricoltura stiamo proseguendo il dibattito sul report che ha ad oggetto l’impatto sulle foreste pluviali della produzione di olio di palma. Ne abbiamo iniziato a discutere a novembre (https://bit.ly/2jPRqXs).

La relazione di iniziativa parlamentare è di competenza della commissione ambiente, ma AGRI ha la possibilità di esprimere un parere che si focalizzi maggiormente sugli aspetti legati all’agricoltura.

Gli emendamenti che abbiamo presentato puntano innanzitutto a denunciare i gravi danni all’ambiente che questa coltivazione ha comportato negli ultimi anni: per far posto alle piantagioni di palma, moltissime aree forestali in Malesia ed Indonesia sono state disboscate, con conseguenti stravolgimenti per l’intero ecosistema di fauna e flora di quei luoghi, e la stessa sorte sta toccando ora anche il Sudamerica, in particolare la regione amazzonica.

Meme_Olio di palma_02

Ma i danni si ripercuotono altresì sul tessuto sociale delle popolazioni di queste aree, che vengono incentivate a sostenere il proprio reddito su una monocoltura che non permette loro di diversificare la produzione per garantirsi un sostentamento alimentare, come era invece sempre stato, e che sul lungo periodo impoverisce il terreno stesso, a causa dell’ampio uso di pesticidi e fertilizzanti che richiede. In alcuni casi, addirittura, la coltivazione è legata a gruppi di guerriglieri o altre formazioni irregolari ed illegali, che si finanziano in questo modo, e che obbligano la popolazione a trasferimenti forzati.

Nonostante questi dati allarmanti, l’Europa importa circa 7 milioni di tonnellate per anno di olio di palma, sia a fini alimentari, sia per il suo utilizzo come biocarburante.

Abbiamo perciò chiesto che l’Unione europea attui misure volte a ridurre le importazioni, limitandone l’uso e scoraggiandone perciò la produzione stessa. Sotto il profilo alimentare, infatti, non possiamo ignorare l’allarme di enti come l’EFSA, secondo i quali nell’olio di palma sono contenute sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana, e che ne raccomandano perciò una limitazione del consumo, in particolare per i prodotti destinati all’infanzia. Ciò può avvenire attraverso l’applicazione di opportuni schemi di tariffe doganali, ma anche attraverso un’etichettatura che renda più consapevole il consumatore, e questo in particolar modo per i componenti dei biocarburanti.

Le sensibilità sul tema all’interno del Parlamento sono differenti, e ci sono gruppi politici meno sensibili alle problematiche ambientali, sanitarie e socioeconomiche legate alla produzione dell’olio di palma. Questo fa sì che la discussione ed il confronto siano piuttosto “accesi”. Il nostro impegno è fare in modo che la posizione finale del Parlamento tenga conto di questi rilievi e non si dimostri eccessivamente timida per paura di andare a ledere gli importanti interessi economici sottesi.