La notizia di inizio anno è che improvvisamente ci stiamo accorgendo che a breve sorgerà un nuovo mega parcheggio a ridosso della Fiera di Pordenone. Ce ne stiamo accorgendo perché chiunque può vederne il primo effetto evidente, vale a dire l’abbattimento degli alberi sul terreno che ospiterà la nuova megastruttura, su ben 3,7 ettari di terra.
Inutile soffermarsi su questioni a mio modo di vedere scontate, ma che evidentemente tali non sono per tutti: penso al danno ecologico, come la pericolosità e l’incoscienza di mettere mano alla natura ancora una volta a ridosso di un fiume, che periodicamente esonda, come ideare un progetto che prevede ben (!) 10 posti auto per disabili sugli 850 previsti (vedasi l’articolo su Messaggero Veneto) per non parlare del costo e delle opere aggiuntive necessarie per la gestione dei reflui delle acque piovane e gli scarichi fognari dovuti alla copertura su superficie di terreno permeabile.

Ma ciò che a mio avviso è altrettanto grave, ed è opinione condivisa anche dal Meet Up Pordenone 5 Stelle, è la mancanza di visione del futuro dimostrata da quegli amministratori pubblici che hanno fatto e continuano a fare delle scelte che andranno ad incidere sul destino del proprio territorio senza considerare come questo sia inserito in un contesto che necessariamente influenza e influenzerà gli aspetti urbanistici, economici e sociali di Pordenone.
Sembra che nessuno pochi anni fa abbia pensato che eravamo già e saremmo rimasti in un mondo totalmente diverso dal passato, un contesto che sta cambiando radicalmente i propri paradigmi e i propri valori. Sembra che si sia agito come se poi tutto dovesse ritornare come prima. Ma così non è.

Al di là del trend negativo degli incassi, delle presenze e delle manifestazioni fieristiche a cui Pordenone di certo non si sottrae, vedasi il profondo rosso del bilancio 2014 di PordenoneFiere, è evidente che qui nessuno ha pensato ad alcuni aspetti che tutti noi cittadini stiamo vedendo ormai da anni.

Il canale fieristico in generale subisce un trend negativo che non vede alcun cenno di inversione, resistono solo alcuni eventi specialistici. Inoltre la fiera di Pordenone per logiche quantomeno apparenti di economie di scala finirà prima o poi inglobata dalle altre, e statistiche alla mano, in questo genere di fusioni Pordenone ha sempre la peggio su Udine.

In più è notorio che il web sta venendo sempre di più incontro alle esigenze dei consumatori e delle aziende che non intendono spostarsi per far ricerca: il web è da considerare un competitor delle Fiere ed è l’unico canale distributivo in crescita e che continuerà anche nei prossimi anni.

Non stiamo vivendo un normale ciclo economico, stiamo vivendo un cambiamento epocale che si basa su presupposti molto diversi dal passato, quantomeno in Europa. E’ come volare permanentemente ad una quota più bassa, quindi tutto vanecessariamente ritarato su parametri e soprattutto su valori profondamente diversi dai precedenti.

E’ evidente che chi ha fatto la scelta di edificare una nuova megastruttura, come 3 ettari e mezzo di parcheggio, per sopperire forse a 10 giornate di picco di presenze in un anno, non ha fatto queste considerazioni. 

E allora secondo me non è un buon amministratore né chi questo genere di cose le propone né chi le approva. Possibile che questescelte siano irrevocabili? Possibile che nessun amministratore nell’arco di questi anni si sia preso la briga di bloccare un progetto che non serve, non servirà ed è potenzialmente un ennesimo problema ambientale?
Ci serve proprio un’altra spianata di catrame e cemento su un terreno a rischio esondazione?

Questa grandeur parigina deve smettere di esistere, è fuori contesto, è oramai antistorica.
Si prendano gli stessi soldi (pubblici), circa 5 milioni di euro, e si utilizzino dove veramente servono. Si acquisti un parco di autobus elettrici e si facciano passare ogni 10 minuti ai parcheggi per far sì che la gente vada a Pordenone in centro a piedi sapendo che finalmente avrà un servizio di trasporto navetta urbano in linea con le proprie necessità.

Ci si concentri sulla salute e sull’assistenza sociale, sull’abbassare le tasse comunali oramai insostenibili per i lavoratori del commercio, sul dare supporto alle aziende locali favorendo gli investimenti in energia fotovoltaica, che è locale e pulita, sul favorire l’acquisto di mezzi di trasporto ecosostenibili.

Di cattedrali nel deserto… di Pordenone, ce ne sono a sufficienza.