Jabbari_2887273bAssieme ai colleghi portavoce europei del Movimento 5 Stelle ho sottoscritto nelle scorse ore una lettera, indirizzata al presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, nella quale chiediamo un nuovo intervento – più fermo, più deciso rispetto a quello di due settimane fa – sulla vicenda di Reyhaneh Jabbari, la ventiseienne iraniana condannata a morte per omicidio dopo essersi difesa da uno stupro.

A Schulz abbiamo chiesto «di intervenire con una ferma condanna per l’operato delle autorità giudiziaria e governativa dell’Iran, che non possono – pur nel rispetto delle leggi e della sovranità locale – ledere i diritti umani fino a privare della vita una ragazza, una mamma che ha agito per difendersi da uno stupro».

20120605_-schulz-_haxhinasto_084Nelle scorse settimane Schulz aveva già indirizzato una lettera al presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, esprimendo la «grave preoccupazione» per le sorti di Reyhaneh. Ma è evidente che questo non sia sufficiente. Secondo le Ong che stanno seguendo da vicino il caso, e in particolare l’associazione Neda Day di Pordenone, impegnata in prima fila nelle sensibilizzazione dell’opinione pubblica internazionale, la ragazza iraniana potrebbe evitare la sentenza di impiccagione emessa dal tribunale iraniano nel caso in cui negasse di aver subito violenza sessuale: un ricatto inaccettabile, che lede la dignità non solo della giovane ragazza, che è anche figlia e mamma, ma di tutte le donne.

Di seguito, il testo integrale della lettera

Onorevole Presidente,

Abbiamo appreso del suo interessamento per la vicenda di Reyhaneh Jabbari, la ventiseienne iraniana condannata a morte per omicidio dopo essersi difesa da uno stupro. La missiva che lei, onorevole Presidente, ha inoltrato nei giorni scorsi al presidente del Parlamento iraniano, deve costituire soltanto il primo segnale di profondo dissenso che il Parlamento europeo lancia nei confronti di una vicenda che assume contorni inaccettabili.

Come sottolineato dal portavoce dell’Ong Neda Day e riportato dalla stampa internazionale, nelle scorse settimane nei confronti di Reyhaneh è stata emessa una sentenza di impiccagione, che rischia di essere eseguita già nelle prossime ore, dopo che un primo rinvio è stato disposto proprio in seguito a una prima – ma insufficiente – mobilitazione internazionale. Reyhaneh avrebbe salva la vita nel caso in cui – ed è un ricatto inaccettabile, che lede la dignità non solo della giovane ragazza, che è anche figlia e mamma, ma di tutte le donne – ritrattasse le accuse di stupro, riabilitando dunque l’aguzzino e il nome della sua famiglia.

A questo punto, onorevole Presidente, le chiediamo una nuova, ferma presa di posizione, che i portavoce del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo sono pronti ad appoggiare con convinzione. Le chiediamo di intervenire, a nome dell’Assemblea che presiede, con una ferma condanna per l’operato delle autorità giudiziaria e governativa dell’Iran, che non possono – pur nel rispetto delle leggi e della sovranità locale – ledere i diritti umani fino a privare della vita una ragazza, una mamma che ha agito per difendersi da uno stupro.