In questi anni (ormai siamo quasi a 4) in cui mi occupo di agricoltura qui in Parlamento europeo, ho avuto l’opportunità di conoscere diverse realtà produttive e distributive sia per dimensione, che per modello organizzativo che per approccio. Ho così potuto osservare anche un’evoluzione molto netta nelle scelte d’acquisto delle persone grazie ad una maggiore informazione e ad un’offerta crescente di prodotti coltivati con principi diversi l’un l’altro. Il biologico e il biodinamico ad esempio, che sino a qualche anno fa erano nicchia l’uno e nicchia della nicchia l’altro, stanno crescendo rapidamente. Metodi di coltivazione che talvolta si confondono con una visione filosofica del mondo cominciano ad avere un consenso ampio. Uno stimolo anche per le grandi aziende, alcune delle quali stanno modificando la propria offerta proprio in ragione di questa consapevolezza che spinge a considerare la produzione e la distribuzione sotto una luce diversa. Come dico spesso quando incontro i cittadini nelle piazze o nel corso di qualche evento, siamo noi che nel momento in cui decidiamo cosa acquistare e cosa no, possiamo indicare inequivocabilmente alle aziende produttrici la strada da seguire. Quei 5 minuti in più dedicati a verificare le etichette e a scegliere consapevolmente cosa effettivamente vogliamo acquistare, possono incidere positivamente sulle scelte dei produttori e dei distributori. Io lo faccio ormai automaticamente e non mi pesa, e se lo facciamo tutti sarà chiaro allora che in realtà siamo noi a guidare il trattore, se lo vogliamo! Marco Zullo in un campo biologico