Mentre in Germania si fanno i test sui gas di scarico delle auto utilizzando le persone, i cittadini della provincia di Pordenone e provincia, a loro insaputa, potrebbero essere già pronti per i test. Lo dico con ironica amarezza, dato che tutti i cittadini di Pordenone e provincia nel 2017 sono stati sottoposti a 39 giorni di sforamento dei limiti. Infatti secondo in Rapporto Mal’Aria 2018 di Legambiente la nostra città detiene in Regione il record di sforamenti e la nostra provincia risulta tra le 39 provincie italiane con l’aria più irrespirabile.
Oltre al primario problema della salute dei cittadini, l’inquinamento si traduce anche in un problema economico non solo per il costo delle cure sanitarie ma anche per via delle multe comunitarie che presto arriveranno perché il nostro Paese non sta rispettando i limiti di inquinamento e non sta programmando un serio piano per il miglioramento della qualità dell’aria. Come ricordato dalla consigliera comunale M5S Carla Lotto, il Movimento 5 Stelle nell’ultima legge di bilancio aveva presentato un articolato pacchetto di emendamenti, tutti bocciati dal PD e dalla maggioranza, che sono diventati la base del programma per il risanamento dell’aria, soluzioni concrete che guardano non al prossimo anno, ma ai prossimi decenni. Le domeniche ecologiche e lo stop alle auto non bastano più ma serve un’azione politica organica e strutturata: il MoVimento a Pordenone propone misure per investire nelle energie rinnovabili, sviluppare il verde e la riforestazione urbana, potenziare i controlli, il monitoraggio e la ricerca ambientale, investire su mobilità sostenibile e condivisa, incrementare la flotta dei veicoli elettrici per il trasporto pubblico urbano, bloccare la costruzione di nuovi impianti inquinanti. I no ingiustificati del PD che hanno fatto più male alla città sono stati quelli contro i 20 milioni di incentivi agli enti locali per promuovere il car sharing elettrico, o contro 150 milioni di euro per il rinnovo del parco dei bus passando dal sistema diesel a quello elettrico o contro l’istituzione di un fondo da 20 milioni di euro per la conversione ecologica dell’agricoltura, in particolare per il contrasto delle emissioni prodotte dallo spargimento di liquami e dall’uso fertilizzanti. La proposta poi che portiamo avanti da sempre è quella di spostare le risorse pubbliche destinate alle grandi opere infrastrutturali inutili alla manutenzione e al miglioramento delle strade e delle ferrovie esistenti. Si tratta di misure che contemporaneamente fanno il bene della qualità dell’aria, della salute dei cittadini, della viabilità e in generale della qualità di vita del territorio.