Il TTIP non sarà affatto un’occasione per l’export agricolo italiano come sostengono Pd e Forza Italia. Al contrario, il nostro agroalimentare di qualità rischia di uscire fortemente indebolito dall’accordo.

Secondo centrodestra e centrosinistra, che come sempre vanno a braccetto, l’accordo sarebbe in grado di ridurre le tariffe con una conseguente espansione degli scambi commerciali. Le tariffe tra Usa e Ue sono in verità già abbastanza basse e si attestano in media sul 4,8% per l’export dagli Usa all’Ue e sul 2,1% per l’export dall’Ue agli Usa. Il vero obiettivo del TTIP non è dunque la riduzione dei dazi e delle tariffe doganali. L´accordo tra Ue e Usa punta a eliminare le barriere non tariffarie, vale a dire norme e leggi che regolano occupazione, salute e ambiente. Per questo, al pari di gran parte dell’opinione pubblica e delle associazioni di tutela dei consumatori, temiamo che il TTIP limiti fortemente i diritti economici e sociali acquisiti in Europa nel corso dell´ultimo secolo.

ttip

Pd e Forza Italia ignorano uno dei punti più critici del negoziato tra Europa e Stati Uniti. Parliamo dell’implementazione di meccanismi di risoluzione delle controversie tra investitori e singoli Stati, il cosiddetto sistema ISDS . Questo strumento consentirebbe ai grandi investitori stranieri di citare in giudizio gli Stati, aggirando i tribunali nazionali e ricorrendo direttamente a tribunali di arbitrato internazionale, il più delle volte composti da giuristi d’impresa. Cosi, se una legge nazionale riduce drasticamente i profitti di una multinazionale, la corporation cita in giudizio lo Stato, e lo Stato (dunque, i suoi cittadini) è costretto a sborsare miliardi in caso di sconfitta. Tutto questo accade già oggi e con il TTIP verrà rafforzato.

Le forze di governo non spiegano nemmeno che l’accordo rischia di abbassare notevolmente gli standard qualitativi europei. Stuart Eizenstat, membro del consiglio commerciale transatlantico, ha fatto capire in quale direzione stiano procedendo i negoziati tra Europa e Stati Uniti dichiarando che “gli standard in Europa hanno un livello differente e io ritengo che gli standard UE abbiano un livello ingiustificatamente alto non supportato da un’adeguata base scientifica. Un prodotto alimentare considerato idoneo per una famiglia americana dovrebbe esserlo anche per gli europei”. Chiariamo subito che negli Usa sono permesse sostanze che in Europa non hanno il via libera, come Ogm, antibiotici o carne derivata da animali clonati.

Dovremmo procedere in direzione diametralmente opposta a quella tracciata dai negoziati, che vuole un’apertura al mercato americano accompagnata da un’ampia deregolamentazione. E non parliamo dei rischi di impoverimento delle nostre etichette. Gli Stati Uniti non hanno un sistema di etichettatura così dettagliato come quello europeo e non hanno certo intenzione di introdurlo con il TTIP.

Pd e Forza Italia dovrebbero spiegare anche come possa giovare alle nostre imprese l’abolizione totale dei dazi con gli Usa (ora al 2,1%, non al 30-40%). Se non riusciamo a tutelare il nostro “Made In” all’interno dell’Ue. come possiamo farlo negli Stati Uniti? Un mercato, tra l’altro, dove le nostre piccole imprese di qualità rischiano di soccombere rispetto alle catene della grande distribuzione. Mentre invece le multinazionali potranno sfruttare le economie di scala e vendere sul mercato europeo a prezzi ancora più bassi rispetto a quelli delle nostre piccole aziende.

L’Europa ha bisogno di proteggere il proprio mercato di qualità, non di darlo in pasto al mercato regolato da leggi molto più blande delle nostre. Proprio per proteggere il mercato interno da un’invasione di prodotti extra-continentali l’Europa ha elevato le tariffe per prodotti Usa come agrumi, pere, mele e succhi di frutta.

Anche lo studio del Parlamento Europeo del 2014 spiega che l’agroalimentare risentirà del patto commerciale Ue-Usa. Avremo delle grandissime perdite nel settore dei cereali e delle carni, mentre le stime circolate parlano di possibili vantaggi per il settore lattiero-caseario. La bilancia resta comunque decisamente a nostro sfavore.