Il trattato di libero scambio che Europa e Stati Uniti stanno negoziando, meglio conosciuto con l’acronimo inglese di TTIP, è un accordo tra due sistemi agli antipodi, soprattutto nell’agroalimentare, settore che seguo da vicino come componente della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo.

Il sistema europeo va rafforzato sotto molti aspetti, dall’indicazione obbligatoria in etichetta dello stabilimento di produzione per tutti gli alimenti, ad un maggior controllo sulla sicurezza per combattere le frodi alimentari ai danni dei consumatori. Con il Ttip si andrà nella direzione opposta, quella di un mercato, quello americano, dove le norme sulla sicurezza alimentare e sull’etichettatura sono assai più blande. Un mercato dove gli Ogm non sono nemmeno segnalati in etichetta, un mercato dove l’importante è che la carica batterica del prodotto finito sia zero, poco importa se per arrivare a zero l’industria agroalimentare è dovuta ricorrere a sostanze inquinanti, antibiotici in quantità massiva o candeggina per “pulire” gli animali.

Anche numerosi studi istituzionali confermano che, mentre i guadagni dell’agroalimentare Usa dal Ttip rappresentano una certezza, con un’invasione di cereali e carni statunitensi nel Vecchio Continente; quelli dell’Ue rimangono soltanto un’ipotesi. Un’ipotesi che riguarda, tra l’altro, solo alcuni prodotti, come vino e formaggi.

Oggi questi prodotti non riescono ad approcciare il mercato americano non per i dazi doganali in entrata, già attestati sui valori marginali del 2,1%, ma per il diverso sistema di distribuzione. Per penetrare il mercato americano occorrono quantitativi ingenti di prodotto e investimenti considerevoli che la nostra piccola media impresa difficilmente può sostenere. Questo problema non verrà risolto dal Ttip, verrà aggravato.

E’ evidente che le uniche imprese favorite dall’accordo saranno le multinazionali. Lo si capisce bene dalle bozze della Commissione Europa sulla cooperazione normativa tra Usa e Ue, dove si intende istituire un conclave permanente e antidemocratico nelle mani di tecnocrati americani ed europei vicini alle imprese , che avrà la responsabilità di dire quali leggi nazionali vanno bene alle multinazionali e quali no.

Lo si capisce dai documenti resi pubblici qualche mese fa dal quotidiano inglese The Guardian, nei quali traspare come la Camera di Commercio americana abbia spinto l’Ue ad accantonare la Raccomandazione nella quale dovevano essere identificati i criteri per stabilire quali fossero i pesticidi pericolosi per il sistema endocrino e per la salute umana. Perché questi pesticidi vengono prodotti dalle multinazionali Made in Usa.

E in Europa, oltre alle multinazionali, indovinate chi guadagnerà dal Trattato? Il settore industriale, che ha il suo cuore pulsante in Germania.

A noi del Movimento 5 Stelle questa Europa a trazione tedesca non sta bene. Noi siamo per un’Europa solidale, dove la forza del Paese vicino è la nostra forza, dove il cittadino è al centro delle decisione politiche. Come ho spiegato anche in questo dibattito organizzato dal M5S Liguria a La Spezia, il 26 luglio.