Dopo aver incontrato la settimana scorsa i vertici della Confcommercio di Pordenone, e in particolare il presidente Alberto Marchiori e il direttore Massimo Giordano, e il presidente della Confcommercio Veneto, Massimo Zanon, ieri a Monfalcone mi sono confrontato con il presidente provinciale dei commercianti di Gorizia, Gianluca Madriz, e con il responsabile mandamentale di Monfalcone dell’Ascom, Paolo Bratina. L’incontro è servito a capire le istanze della categoria e a individuare i temi da portare all’attenzione delle commissioni in cui sono impegnato, in particolare in quella dedicata al mercato interno.

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FISCALITA’ DI SVANTAGGIO – Nell’incontro con Madriz e Bratina, in particolare, è emersa la necessità di interventi strutturali che consentano di colmare il divario fiscale con la Slovenia, dove gli imprenditori godono di un regime tributario che favorisce in particolare alcuni settori. E’ necessario attuare strategie per salvaguardare le piccole e medie imprese che operano nel settore del commercio e in questo caso l’Europa può costituire un’opportunità concreta, sebbene sia fuori discussione la reintroduzione di misure come la Zona franca.

IL RILANCIO DEI CENTRI URBANI – A Monfalcone come a Pordenone è emerso poi con forza il tema del recupero dei centri storici, attraverso progetti mirati che coinvolgono anche figure professionali assoldate attraverso specifiche risorse messe a disposizione dalla Regione. E’ proprio il caso di Pordenone, dove la locale Confcommercio ha dato vita al progetto C’entro anch’io e al progetto Atrium, che prevede il rilancio del centro urbano a partire dall’analisi e rimodulazione dell’offerta merceologica e da agevolazioni fiscali per i proprietari di immobili che favoriscono l’insediamento di attività commerciale. I fondi, in questo caso, arrivano direttamente dall’Unione europea, che attraverso specifici bandi finanzia i progetti ritenuti idonei. 

10659367_10204603722722338_7948098589400822537_nCOMMERCIO E CONSUMO DEL TERRITORIO – In questo senso, le iniziative di rilancio dei centri urbani, si pongono almeno in parte in contrasto con il sistema dei centri commerciali. L’innovazione sociale può tutelare il commercio di prossimità, incentivando la messa a rete delle esperienze con l’obiettivo di rendere competitive le pmi del settore anche sulle grandi quantità. In questo senso, è doveroso spingere sulla riconversione di stabili ed edifici esistenti, anche attraverso fo rmule di sgravio fiscale, che fungano da deterrente a nuovi insediamenti commerciali fortemente impattanti per il territorio e alla prova dei fatti poco funzionali all’economia locale, anche in termini occupazionali. Come evidenziato dai referenti goriziani della Confcommercio, ogni nuovo occupato nella grande distribuzione genererebbe 1,7 disoccupati nel piccolo commercio, costretto in molti casi a soccombere di fronte le nuove aperture dei megastore

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