Ricordate la questione del glifosato, contro il quale l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) ha raccolto oltre un milione di firme lo scorso anno? Ne ho parlato anche qui: https://goo.gl/q2G6Sq. Riassumendo, l’ICE si batteva contro il rinnovo da parte dell’Unione Europea dell’uso del glifosato, un pesticida che costituisce una minaccia chimica per la conservazione della biodiversità. Anche lo IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca contro il Cancro si è espressa negativamente in merito, presentando la possibilità che tale sostanza sia cancerogena per l’uomo. È entrata però in gioco l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), l’agenzia a cui l’Unione Europea si affida per ricevere consulenze scientifiche per prendere delle decisioni in merito alla protezione dei consumatori e la sicurezza del cibo. L’EFSA ha smentito quanto detto dallo IARC e quindi la pericolosità del pesticida. Ma come mai è emersa questa discrepanza di opinioni? Il motivo sta nel fatto che proprio l’EFSA, per documentarsi sugli effetti e i pericoli del glifosato, abbia utilizzato parti di studi prodotti dalla Monsanto, una delle maggiori multinazionali al mondo e diretta produttrice della sostanza. L’Unione Europea ha deciso comunque di dare il via libera all’uso del glifosato, nonostante la mobilitazione dei cittadini avesse portato alla luce questa macchinazione tra l’agenzia e la multinazionale. uso del glifosato pesticida Ora finalmente qualcosa inizia a muoversi nel senso opposto. Infatti, il 20 giugno il Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Andriukaitis ha annunciato in commissione AGRI che vi sarà una riforma dell’EFSA. Riforma decisamente necessaria, tenendo conto anche del fatto che la legislazione alimentare generale risale al lontano 2002, e quindi bisognosa di essere aggiornata. Questi i punti salienti della proposta di riforma dell’agenzia:

  • garantire maggiore trasparenza, consentendo ai cittadini l’accesso immediato e automatico a tutte le informazioni in materia di sicurezza presentate dall’industria nel processo di valutazione del rischio;
  • istituire un registro europeo comune degli studi commissionati, che raccolga tutte le informazioni pertinenti, anche gli studi sfavorevoli;
  • permettere all’EFSA di richiedere studi supplementari, su domanda della Commissione e a carico del bilancio dell’UE;
  • richiedere la consultazione delle parti interessate e del pubblico sugli studi presentati dall’industria a sostegno delle domande di autorizzazione di un prodotto;
  • aumentare il coinvolgimento degli Stati membri nella struttura di gestione e nei gruppi di esperti scientifici dell’EFSA;
  • rafforzare la comunicazione del rischio ai cittadini, con azioni comuni per aumentare la fiducia dei consumatori promuovendo la consapevolezza e la comprensione del pubblico.

Possiamo riconoscere in questa proposta una grande vittoria dell’Iniziativa dei Cittadini contro il glifosato. La mobilitazione di milioni di cittadini europei ha infatti fatto emergere i lati oscuri della vicenda glifosato e le ombre nei rapporti da EFSA, Monsanto e altri grandi gruppi industriali, costringendo la Commissione a prendere provvedimenti per rendere la gestione dell’agenzia più trasparente ed eliminare i sospetti di indebite ingerenze da parte di privati negli studi scientifici. È la dimostrazione che, quando la voce dei cittadini si esprime con chiarezza e determinazione, le istituzioni europee non possono ignorarla.