No a tagli indiscriminati, serve maggiore attenzione a chi contribuisce al bene comune con la propria attività  

agricoltura zullo   Conclusa con il voto dell’Assemblea la seduta Plenaria a Strasburgo sulla PAC: un voto che ancora non decide sull’applicazione della politica agricola ma delinea la posizione del Parlamento in merito alle priorità che dovranno essere al centro della riforma. In qualità di Eurodeputato del MoVimento 5 Stelle ho così espresso la posizione del gruppo durante il mio intervento: “In Commissione abbiamo lavorato a ritmi serrati per giungere ad una posizione omogenea sulla Politica Agricola del domani. Ciò che preoccupa di più sono sicuramente i tagli al bilancio annunciati, che oggi sembrano addirittura più pesanti di quanto prospettato in un primo momento, tanto da poter inficiare un buon andamento della Politica stessa. È quanto mai necessario concentrarsi invece sui risparmi mirati, sull’efficienza della spesa e sull’efficacia delle azioni proposte.” Il “new delivery model“, presentato come una via di maggiore autonomia per gli Stati membri, rischia invece di essere un ritorno al concetto di nazionalizzazione per tutto il settore agricolo, in cui il soggetto che deve individuare regole e misure è lo stesso che poi dovrà applicarle e anche valutarne l’applicazione, frammentando così ulteriormente il mercato a causa dei nuovi spazi lasciati alla concorrenza sleale tra nazioni. La riforma in arrivo è un’occasione unica, da non perdere, per disegnare una nuova politica agricola fondata sul rispetto dell’ambiente e la promozione dello sviluppo per un modello produttivo e di consumo del cibo più sostenibile e più equo in particolar modo per i soggetti più deboli della filiera. Giudichiamo in modo positivo l’ambizione che identifica le giuste priorità in attuazione di norme amministrative, chieste a gran voce dagli agricoltori. Ma come realizzare tale percorso? Innanzitutto con la semplificazione delle procedure burocratiche, così da rendere più agevole la raccolta dei dati e l’erogazione dei fondi; in secondo luogo rafforzando la premialità per gli agricoltori che contribuiscono al bene pubblico con la loro attività. Infine, ribadiamo l’opportunità di un tetto per i pagamenti diretti, al fine di non incentivare le speculazioni finanziarie e la concentrazione dei terreni: dobbiamo supportare le piccole e medie aziende con aiuti modulati e degressivi che rappresentino davvero un sostegno alle piccole e medie imprese e non un modo per falsare il mercato a favore dei grandi.