Cambiano i tavoli di contrattazione, cambiano i ministri seduti al tavolo, ma il risultato é sempre lo stesso. La Germania ottiene ciò che vuole. L’Italia no.

E’ accaduto anche con il nuovo regolamento sul biologico, discusso da mesi all’interno del Consiglio Ue, summit dei capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi dell’Unione.

Il settore italiano del Bio, tra i più importanti e in crescita a livello comunitario, chiedeva l’introduzione di alcune importanti novità per far sì che la normativa fosse al passo con i tempi, in armonia con un settore che fa dell’innovazione accompagnata alla qualità un cavallo di battaglia.

biologico

La prima richiesta riguardava la necessità di stabilire una soglia di pesticidi e altre sostanze non autorizzate sopra la quale il prodotto non avesse più la certificazione biologica. Questa soglia esiste già oggi in Italia e in altri Paesi dell’Unione, mentre in altri, come Germania o Paesi Scandinavi non esiste, e la certificazione Bio viene ritirata solo quando i prodotti subiscono contaminazioni evitabili o deliberate.

L’introduzione di questa soglia é stata cestinata dalla Germania e dai Paesi del nord Europa e i rappresentanti del governo italiano si sono adeguati. Evidentemente, gli Stati propendono per regole comuni solo quando si parla di vincoli di bilancio, mentre allentano le maglie quando si parla di cibo, salute e ambiente.

I rappresentanti del governo Renzi hanno fallito anche la missione dei controlli. Per il M5S i controlli sui terreni agricoli devono essere frequenti, ma non opprimenti, basati su parametri oggettivi. Il Consiglio di martedì ha deciso invece che i controlli costanti sui terreni agricoli non ci saranno, perché i rilievi verranno effettuati ogni 30 mesi, piuttosto che una volta all’anno.

Ora la palla passa al Parlamento, che nella commissione agricoltura nella quale siedo si troverà a votare oltre 300 emendamenti, molto probabilmente a settembre. Quindi si aprirà il confronto con Commissione e Consiglio e purtroppo, con un accordo del genere, non sarà affatto facile apportare le migliorie necessarie a dare impulso ad un settore così in espansione. Di certo, in commissione agricoltura, il M5S pretenderà pene forti per gli agricoltori che barano e quei controlli frequenti che il Consiglio non ha voluto imporre. Anche per colpa del Governo Renzi, come sempre, incapace di rispondere alle richieste degli addetti ai lavori.