Le istituzioni europee questa volta stanno dalla parte dei cittadini. Alcune associazioni francesi hanno fatto ricorso al proprio governo per arrivare a porre un divieto sulla coltivazione e la successiva vendita di varietà vegetali che avessero subito una mutazione nella struttura del DNA. La Corte di Giustizia europea si è espressa pochi giorni fa a riguardo, proprio a proposito di questi organismi, ottenuti tramite le nuove tecniche di modifica genetica sulle piante dando ragione agli stessi cittadini. È stato deciso, infatti, che tutti i metodi apparsi successivamente alla prima direttiva che regola la gestione degli OGM, dovranno attenersi agli stessi obblighi attivi su questi ultimi. Per ottenere organismi OGM, fino a dieci anni fa, si usava la tecnica della transgenesi, quindi per arrivare a una nuova varietà si introduceva una sequenza genetica estranea all’interno di una specie diversa. Orm Europa Marco Zullo Oggi le tecniche si sono evolute e le modifiche avvengono attraverso l’utilizzo di altri meccanismi, detti di editing del genoma. Ad esempio, quello chiamato della mutagenesi, che converte il DNA ma senza inserire materiale da organismi esterni. Nonostante ciò, per i giudici della Corte di Giustizia europea sono da considerare al pari dei precedenti organismi OGM, in quanto ottenuti comunque attraverso la mutazione di un corpo in modo non naturale. Anche qui la sicurezza dei cittadini consumatori va messa in primo piano, facendo rispettare le regole attraverso controlli decisi ed efficaci. Mi trovo pienamente d’accordo con questa sentenza. Sono contrario agli OGM e ad ogni forma di sofisticazione con tecniche invasive e di OGM 2.0. Le alternative e le soluzioni da trovare sono ben altre, senza accanirsi con l’utilizzo di tali tecniche innaturali. Per l’agricoltura italiana sarà necessario lavorare sulle varietà e sulla capacità di fare rete ed economia, in un contesto prima di tutto europeo e successivamente anche mondiale.