I risultati dei ballottaggi di questa tornata elettorale mostrano evidenze chiarissime, da una parte la grande affermazione del Movimento 5 Stelle, dall’altra un Pd sempre più in affanno.
Le affermazioni di Virginia Raggi e Chiara Appendino possono essere definite, senza mezzi termini, storiche. Ma altrettanto storica è la debacle degli uomini di Renzi.
Fa specie soprattutto il sonoro ceffone ricevuto da Debora Serracchiani e dal vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, che mai come in questa tornata elettorale si sono spesi in prima persona annusando, e a ragione, che il rischio di una sconfitta fosse molto alto.

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Usando metodi che gli sono soliti, il Pd ha intasato le caselle postali dei cittadini inondandole di propaganda elettorale. Ha occupato ogni spazio elettorale con la creazione di innumerevoli liste civiche nate ad hoc solo per confondere le acque e conquistare visibilità. Ha approfittato del fatto di essere al governo in Fvg, facendo recapitare migliaia di lettere direttamente ai cittadini a poche ore dal voto, per raccontare quanto la Regione fosse pronta ad aprire i cordoni della borsa verso le città interessate al ballottaggio.
Infine, in pieno stile Pd, la Serracchiani ha trovato il coraggio di postare, anche in questo caso scorrettamente a poche ore dal voto, la notizia del tutto falsa su fantomatici esposti contro Virginia Raggi per passati incarichi in amministrazioni locali che avrebbe nascosto: un tentativo pietoso dell’ultimo minuto per cercare di ribaltare una situazione, quella di Roma, che aveva preso una brutta piega per il partito di riferimento di Mafia Capitale.
Ma i cittadini sono stanchi di essere presi in giro e nemmeno questa scorrettezza è risultata sufficiente a scalfire la loro volontà di cambiamento che, elezione dopo elezione, diventa più robusta, marcata.
Soprattutto la Serracchiani, bersanianiana della prima ora, poi renziana ortodossa e in futuro chissà cos’altro, si ritrova in guai seri. Il numero due del Pd nazionale e governatore del Friuli Venezia Giulia non è capace nemmeno di far bella figura a casa propria, come dimostrano le sconfitte cocenti di Trieste e Pordenone.
Forse la Serracchiani farebbe bene a ripensare il suo modus governandi, finora orientato al benessere del suo partito e delle clienetele che gli ruotano attorno, e aprirsi alle proposte che il M5S propone da tempo prima che i cittadini le diano il benservito.