Oltre agli scandali senza fine, ai ritardi, alla corruzione al lancio dell’evento, Expo 2015 ha fallito la sfida che più aveva a che fare con la sua missione. La sfida di contribuire a cercare soluzioni per garantire il diritto al cibo per tutti. Nell’esposizione universale, invece, hanno troneggiato le multinazionali dell’alimentazione spazzatura, da McDonald’s a Coca Cola. Ecco la mia denuncia in commissione Agricoltura al Parlamento Europeo.

La sfida dell’Expo era quella di arrivare al diritto al cibo per tutti. Un diritto inteso non solo come la possibilità di nutrirsi, ma di farlo anche in modo sano. Da questo punto di vista l’obiettivo non è stato raggiunto.

Perché in Expo è stato dato risalto ai grandi gruppi piuttosto che alle piccole realtà.

Perché il messaggio di Expo non è stato quello di salvaguardare il principio di sovranità alimentare.

Perché in Expo sono stati rappresentati come agnellini entità che spesso e volentieri sono invece predatori dei più deboli.

Non è forse ora che la Commissione Europea assuma il ruolo di timoniere in questo cammino che conduce al diritto al cibo? Un cammino che non può essere confinato all’Europa, ma che deve essere globale. Un cammino che va cominciato in fretta, perché più tempo perdiamo e peggio sarà, perché il diritto all’alimentazione ha conseguenze sull’ambiente, sull’immigrazione, sulla sanità.

Non possiamo perdere altro tempo. Questo cammino va intrapreso seriamente.