Il Movimento 5 Stelle ha proposto una legge per valorizzare e promuovere la vendita di prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta, a chilometro zero o utile. Questa proposta di legge ha preso vita per la necessità sempre maggiore dimostrata di consumatori, di trovare prodotti locali di chiara provenienza. Infatti, i prodotti che possiamo acquistare nei nostri supermercati hanno percorso anche migliaia di chilometri prima di raggiungere la destinazione finale, oltretutto senza conoscere con certezza quanti e quali siano stati i passaggi intermedi tra il produttore e il consumatore.

Sono davvero molti i benefici per tutta la filiera che stanno dietro a questa logica a chilometro zero. Per i consumatori, oltre ad avere garanzie sulla provenienza, ci sarà la certezza di portare sulla propria tavola un prodotto fresco e realmente di qualità, pagandolo anche meno, visto che il prezzo sarà scarico di tutti i costi dovuti agli intermediari di una filiera tipica della grande distribuzione. Dal lato dei produttori, invece, ci sarà una retribuzione giusta per il lavoro svolto, così da favorire l’economia locale delle produzioni primarie, tutelando e valorizzando le tradizioni culinarie e artigianali del territorio. Gli agricoltori, senza un adeguato livello di tutela, potrebbero col tempo essere annientati dalla concorrenza della grande distribuzione.
Non meno importanti sono i vantaggi per l’ambiente. Infatti, in mancanza di spostamenti dei prodotti per migliaia di chilometri sfruttando mezzi come camion, navi o aerei, sarà possibile ridurre anche le emissioni inquinanti.
Si vuole, inoltre, creare un simbolo di identificazione, nell’ottica di facilitare il reperimento di generi di questo tipo e renderli riconoscibili ai destinatari finali da parte di mercati, negozi e ristoranti. I Comuni potranno anche riservare appositi spazi per la vendita di questi prodotti.
I dati, provenienti dal Rapporto sulle abitudini alimentari degli italiani di Coldiretti, parlano chiaro. Il 74,6% delle persone dichiara di essere influenzata dalla provenienza del prodotto che va ad acquistare, perché viene visto come un aspetto in grado di garantire qualità e sicurezza. Alti sono anche aspetti come il rispetto dell’ambiente (71,5%), le speculazioni sui prezzi e sulle materie prime (60,3%) e il rispetto dei diritti dei lavoratori (54,3%).
In questo modo, quindi, il settore agroalimentare darà risultati positivi a tutti gli attori della filiera, dal piccolo produttore al consumatore finale, senza dimenticare i benefici che ne avrà l’ambiente.