Stamattina ho partecipato alla conferenza stampa organizzata dal mio collega Luigi Gaetti per denunciare un possibile scandalo che riguarda l’Europa e le quote latte dell’Italia: di fatto l’Italia ha pagato circa 30 milioni di euro di multa per le quote latte solo per quanto riguarda l’annata 2014-15.

Questo dato è emerso a seguito di una ricerca fatta dal collega Gaetti presso l’istituto Zooprofilattico di Teramo detentore della Banca nazionale del bovino e dall’incrocio con la banca dati del Ministero delle Politiche Agricole.

Infatti nell’annata lattiera 2014-2015, secondo i dati forniti dal Ministero delle Politiche agricole ed AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), la produzione di latte in Italia avrebbe superato il quantitativo stabilito dalla Comunità Europea di circa 1 milione di quintali che avrebbe dovuto essere 109 milioni di quintali, mentre ne sono stati dichiarati 110 milioni. Questo sforamento ha comportato una multa per i nostri allevatori di circa 30 milioni di euro.

La quantità di latte prodotta nell’annata lattiera 2014-15 e comunicata all’Europa non corrisponde al reale. Le incongruenze sono sotto gli occhi di tutti ed evidenziando una struttura amministrativa incapace di fare le opportune verifiche necessarie per correggere le distorsioni. La mancanza di controlli da parte delle istituzioni italiane sono conosciute dalla comunità europea e per questo già in passato siamo stati duramente sanzionati.

Non dimentichiamo che il tribunale dell’Unione europea con sentenza del 2 dicembre 2014 ha respinto il ricorso della Repubblica italiana avente ad oggetto una domanda di annullamento della decisione di esecuzione della Commissione, del 14 ottobre 2011, che esclude dal finanziamento dell’Unione europea alcune spese effettuate dagli Stati membri nell’ambito del Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia, del Fondo europeo agricolo di garanzia e del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Italia è stata condannata al pagamento di una rettifica finanziaria forfettaria di 70.912.382,00 euro a causa di irregolarità nei controlli afferenti al regime delle quote latte, riscontrate nel regioni italiane Abruzzo, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Calabria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta, relativamente alle annate 2004/2005, 2005/2006 e 2006/2007.

E’ sufficiente leggere la sentenza per rendersi conto che l’Europa aveva già capito tutto: infatti in un caso come questo, in mancanza di dati attendibili circa la quantità di latte prodotto, né lo Stato membro, incaricato di riscuotere il prelievo supplementare, né la Commissione, incaricata di eseguire il bilancio, possono dimostrare oggettivamente il quantitativo. Di conseguenza non essendo in condizione di controllare se la quota nazionale consentita sia stata superata, essi non sono neppure in condizione di valutare se debba essere riscosso un prelievo supplementare e, se sì, di calcolarlo.

L’incapacità dell’amministrazione agricola in Italia, che va dal Ministero delle politiche agricole passando per gli organi sussidiari come AGEA, le Regioni e i centri di assistenza agricola hanno determinato un’ incapacità di utilizzare i fondi europei. Tant’è vero che nelle varie fasi di compensazione, escludendo il problema della zootecnia, l’Italia sta perdendo 2 miliardi mezzo di euro.

Tutto ciò è assolutamente sconcertante: ci sono famiglie e imprenditori che stanno pagando gli sbagli altrui. Andremo a fondo e i colpevoli risponderanno.

#QuoteLatte