Anche nel settore agroalimentare l’attenzione verso la tecnologia è sempre più alta.
Dall’agricoltura di precisione tramite droni, ai trattori guidati in automatico dai satelliti, è sempre più evidente che la progettualità degli investimenti è orientata al settore dell’innovazione tecnologica. Basti pensare al caso della blockchain i cui sofisticati sistemi informatici hanno bisogno di nuove infrastrutture che veicolino nell’etere un numero sempre maggiore di dati.


Tutto questo necessita di nuove professionalità caratterizzate da competenze ampie e trasversali, di figure esperte che sappiano entrare nel merito di tutti gli aspetti che riguardano il cibo durante il cosiddetto percorso, ‘dal campo alla tavola’.

Diventa quindi cruciale la formazione, non solo per fornire contenuti nozionistici, con l’intento ad esempio, di migliorare la chiarezza delle etichette o il rispetto delle norme, ma c’è anche la necessità di strutturare percorsi formativi che forniscano gli strumenti culturali necessari per  contestualizzare le conoscenze dei nuovi trend.
I nuovi paradigmi infatti, si fondano sul nutrimento della mente oltre che del corpo, e tali trend considerati di nicchia, fanno in realtà sempre più parte del mercato: ne sono esempi l’agricoltura Biodinamica o i regimi alimentari vegan.

Potrebbero esser queste le basi per una buona ‘scuola del madein’?

 

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