In molti in questi giorni, proprio mentre mi trovo in Sicilia in vista delle elezioni, mi stanno chiedendo dei chiarimenti sul nostro voto sul glifosato: per far questo a mio avviso è fondamentale fare un passo indietro e comprendere tutti i passaggi salienti in merito a questa questione.

Innanzitutto vi posso testimoniare che, nel corso di questi anni in Parlamento europeo, ho visto politici battersi solo per logiche di profitto: mai una volta che gli interessi dei cittadini, e in questo caso la loro salute, sia stata messa al centro.

Il glifosato, erbicida prodotto dalla Monsanto -una delle più grandi e potenti Multinazionali al mondo- è il simbolo di quella agricoltura industriale e intensiva, basata sull’uso ordinario della chimica di sintesi che costituisce una delle maggiori minacce per la conservazione della biodiversità a livello globale; il M5S da sempre si è battuto contro il suo utilizzo basandosi proprio sul principio di precauzione.

Già proprio perché nel 2015 lo IARC -l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità- classifica il glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo. Passa poco tempo ed EFSA (l’agenzia europea per la sicurezza alimentare) e l’ ECHA, (l’agenzia europea per la chimica) si affrettano a smentire lo IARC. Si scopre in seguito che buona parte del parere dell’EFSA sull’ improbabile cancerogenicità del glifosato è ripreso proprio da un documento scientifico prodotto dalla stessa Monsanto. Sembra fantascienza, ma purtroppo è la triste realtà.

Nel frattempo la Commissione Europea presentata un progetto di rinnovo dell’autorizzazione del glifosato per 15 anni ma il Parlamento Europeo si oppone al rinnovo della Commissione e fa una controproposta di 7 anni. Allora noi votiamo contro il testo della risoluzione del Parlamento Europeo proprio perché, nel rispetto del principio di precauzione, non vogliamo nessun rinnovo del glifosato. La Commissione dunque rilancia presentando una nuova proposta di rinnovo per 10 anni.

Il Parlamento risponde alla Commissione votando per tenere il glifosato in commercio per 5 anni mentre noi, coerenti come in precedenza, ci opponiamo perché vogliamo che il glifosato sia messo al bando. Tre giorni dopo il nostro voto in plenaria, il 27 ottobre, la Commissione rimette sul tavolo una proposta in cui si legge a chiare linee che “il Parlamento europeo ha adottato, il 13 aprile 2016 e il 24 ottobre 2017, delle risoluzioni RINNOVANDO L´APPROVAZIONE DELLA SOSTANZA ATTIVA GLIFOSATO”.

Vi ricordo che abbiamo presentato un emendamento per vietare con effetto immediato la circolazione del glifosato nell´Unione europea e, dal momento in cui l’emendamento non è passato, abbiamo deciso di non accettare nessun compromesso al ribasso e di avere la schiena dritta.

In Europa si gioca con la vita delle persone: che senso ha continuare a discutere sugli anni del rinnovo invece di scegliere il principio di precauzione? Chi risponderà delle probabili malattie che si svilupperanno nel corso di questi anni? Perché non investire in prodotti e azioni sostenibili che non intaccano la salute dei cittadini e dell’ambiente? A voi la risposta.

Proprio in questi giorni in cui si sta andando verso il voto, vi ricordo che negli ultimi dieci anni più della metà delle aziende che producevano grano duro sono sparite nel Sud Italia. Questo perché? Perché il glifosato, che serve anche ad accelerare la maturazione dei raccolti, fa sì che molti paesi
esportino i prodotti a prezzi estremamente competitivi distruggendo il nostro mercato.

Dobbiamo essere uniti e tendere tutti insieme verso un’unica direzione: per questo è importante alzare la testa e tra tre giorni votare Giancarlo Cancelleri#SceglieteilFuturo

#StopGlifosato