Purtroppo nell’ambito agricolo siamo costretti ad affrontare il fenomeno del Caporalato, che si basa sulla gestione criminale del mercato del lavoro a danno soprattutto dei lavoratori. La gran parte di questi sono extracomunitari, che hanno estremo bisogno di lavorare e che quindi vengono reclutati e sfruttati da individui che molto spesso sono collegati o fanno parte di organizzazioni criminali.
Questa situazione porta con sé molte problematiche a dir poco inaccettabili. Un salario dai 22 ai 30 euro al giorno per oltre 8 ore di lavoro, manifestazioni di violenza, ricatto e sottrazione dei documenti da parte dei caporali sui lavoratori.
Nei giorni scorsi la cronaca ci rimanda a 16 braccianti agricoli che hanno perso la vita nelle campagne di Foggia quando, stipati nei furgoncini, sono rimasti vittima di un impatto contro dei tir. Tutto ciò per poco più di 3 euro l’ora.

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Anche il nostro Ministro del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio si è espresso contro tale fenomeno, facendo notare che lo Stato non è ancora attrezzato per far fronte a questo tipo di pratiche. A breve, propone, sarà necessario mettere in piedi un concorso straordinario per aumentare gli ispettori del lavoro, per aumentare la vigilanza attraverso un controllo svolto azienda per azienda.

L’idea del Governo è quella di attuare delle modifiche alla legge 199/2016 per il contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. In particolare, si vuole aggiornare la definizione del fenomeno del Caporalato, ma soprattutto attivare nuove pratiche di reinserimento per le vittime e inasprire le pene per gli sfruttatori. Queste ultime prevedono la confisca dei beni, l’arresto in flagranza e l’estensione della responsabilità degli enti. Verrà anche rafforzata la cosiddetta “Rete del lavoro agricolo di qualità”, introducendo nuove vie sperimentali di intermediazione del lavoro agricolo, come le istituzioni locali, i centri per l’impiego o gli sportelli unici per l’immigrazione, con l’obiettivo di promuovere la legalità e il rispetto dei diritti dei lavoratori.
La dignità e il lavoro devono essere due concetti che viaggiano sempre insieme, come dice correttamente il nostro Presidente del Consiglio Conte. Non ci può essere lavoro senza il rispetto della dignità della persona.