La Commissione europea ha fino ad oggi approvato 34 prodotti geneticamente modificati tra cui soia, mais, cotone e barbabietola, favorendo le grandi industrie agrochimiche. A pagare le conseguenze di queste scelte, però, saranno quei cittadini che vogliono mangiare cibo sano e sicuro.

Sicurezza alimentare significa tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente, e proprio per questo una prerogativa per la quale mi batto, anche in Europa, è quella di vietare OGM e pesticidi, promuovendo la transizione verso un’agricoltura sempre più sostenibile.

Il ricorso agli OGM innesca un circolo vizioso che mette in serio pericolo la salute dell’uomo e dell’ambiente. La resistenza ai potenti pesticidi, come il glifosato ed il glufosinato, che hanno sviluppato tali prodotti, infatti, fa sì che se ne aumentino le dosi e la frequenza di utilizzo. Il risultato di questo abuso è che nei prodotti alimentari si registrerà un carico sempre maggiore di residui, mentre i prodotti di degradazione dei pesticidi, finendo in acqua, danneggeranno ambiente, salute e biodiversità.

Ad aggravare ulteriormente questo scenario, già preoccupante, è il fatto che al momento, in Europa, il sistema di autorizzazione non rispecchia la massima trasparenza ed il diritto di accesso alle informazioni, ai documenti e agli studi scientifici condotti dall’Agenzia per la Sicurezza Alimentare non viene sempre rispettato. È fondamentale, quindi, che il principio di precauzione, secondo cui per le questioni scientificamente controverse andrebbe attuata una politica di condotta cautelativa, venga applicato in toto.

OGM e pesticidi free, è questo l’obiettivo a lungo termine a cui bisogna puntare. L’agricoltura di prodotti biologici, ricchi di principi nutritivi e poveri di sostanze nocive, è un elemento chiave per il raggiungimento della sostenibilità ambientale e della tutela della salute. Affinché ciò sia possibile è necessario fornire gli ausili adeguati agli agricoltori in modo che intraprendano la strada verso una progressiva riduzione dei pesticidi.

È tempo che i consumatori, l’ambiente e la tutela della biodiversità siano messi al primo posto: il biologico 100% è possibile.