Dopo mesi di audizioni in Parlamento Europeo in cui appare quasi scontato, se non palese, che vari governi, tra cui quello tedesco, sapessero dei software truccati dalla Volkswagen per ridurre il livello di emissioni dichiarate rispetto a quelle effettivamente emesse. Ma per queste responsabilità lampanti, nessun governo nazionale, né tantomeno l’Europa, sono stati puniti.

Ma in questo scaricabarile, dove tutti sapevano e nessuno è responsabile, che non può certo lasciarci soddisfatti, arriva una prima nota positiva: l’Europa lancia contro la Germania una procedura d’infrazione. Una procedura che riguarda anche Gran Bretagna, Spagna e Lussemburgo.

Questi Paesi sono accusati di non aver introdotto nei loro ordinamenti (o non aver messo in atto, qualora presenti) le penalizzazioni necessarie a scoraggiare i produttori di auto a violare le norme sulle emissioni.

Marco Zullo M5S Europa dieselgate emissioni germania

In pratica, questi governi furbetti sono accusati da Bruxelles di non aver imposto le stesse penalizzazioni economiche che Volkswagen ha ricevuto negli Stati Uniti. Il motivo della scelta è semplice. A pensar male si direbbe che fossero in combutta con le case automobilistiche che non volevano sanzionare. Che dite?

Va poi aggiunto che ci sono altri tre Paesi in procedura di infrazione, Repubblica Ceca, Lituania e Grecia, per non aver neppure inserito nei loro sistemi legislativi delle norme che permettessero di sanzionare i produttori che frodano.

Ora la Germania e gli altri sei Paesi hanno due mesi di tempo per predisporre una memoria difensiva. Se queste memorie non saranno abbastanza solide, sarà la Corte di Giustizia Europea a stabilire le responsabilità delle autorità di omologazione nazionale (come la nostra motorizzazione). I Paesi sono a rischio sanzioni. Ma i cittadini che hanno pagato di più per auto che dovevano inquinare meno e sono stati frodati, chi li risarcisce?
TUTTO SUL #DIESELGATE https://bit.ly/2ehphEL