Dopo il via libera al glifosato con la complicità del Governo italiano in Europa, ecco che finalmente l’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer diventa realtà. I dettagli dell’operazione lasciano allibiti per la quantità di denaro che il gruppo tedesco ha deciso di sborsare: 66 miliardi di dollari e 2 miliardi di penale in caso l’antitrust bloccasse tutto.

Ma cosa è successo nel dettaglio tra Bruxelles e Strasburgo e perché la vicenda, prima di essere economica o commerciale, è anzitutto politica? Nel bel mezzo dei negoziati sul rinnovo della concessione al glifosato (di cui abbiamo ampiamente dibattuto) è arrivata la maxi offerta della multinazionale tedesca. Un tempismo tanto impeccabile quanto allarmante: la Germania – formalmente – si astenne sul rinnovo al celebre diserbante (una mossa che pesò tanto quanto un voto favorevole). Lo faceva mentre la sua azienda di riferimento nel settore confermava un’OPA da 62 miliardi di dollari sulla produttrice del glifosato, poi conclusasi con quattro miliardi in più.

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Facciamo due calcoli: il “roundup” è utilizzato come erbicida a base di glifosato dagli agricoltori di tutto il mondo. Il suo giro d’affari si attesta attorno ai 5 miliardi di dollari ogni anno. Quello che si è venuto dunque a creare è il maggior player di mercato al mondo nel campo dei semi e dei pesticidi con ricavi annuali per 70 miliardi di dollari.

Il commento dei portavoce Eleonora Evi, Marco Zullo e Piernicola Pedicini: “Si è venuto a creare un mostruoso Leviatano praticamente invincibile non solo in termini di fatturato, ma anche per quanto riguarda il peso politico nel Vecchio Continente. La spregiudicatezza di Monsanto nel considerare molti suoi prodotti innocui per la salute umana è sempre stata in qualche modo arginata in Europa grazie al principio di precauzione, uno dei pilastri a tutela della salute dei cittadini.

Ora che in nome del profitto è divenuta tedesca, il peso politico dei teutonici potrebbe spostare il baricentro annullando “di fatto” le tutele garantite oggi. Alla luce di questa acquisizione intuiamo la ragione delle timide posizioni tedesche in merito al dibattito dei comitati tecnici responsabili di decidere sul glifosato. Appare abbastanza evidente, oggi, che l’estenuante trattativa su questo diserbante sia stata una mossa per acquisire l’ennesimo vantaggio commerciale sul resto dell’Europa.

 

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