L’Europa, grazie alla brillante idea del suo rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, aumenterà del 60% la quota di olio non sottoposta a dazi. Alle 56.700 tonnellate l’anno che già oggi entrano in Ue senza rincari, se ne aggiungeranno altre 35 mila a partire dal 2016.

Un’enormità che rischia di mettere in ginocchio la produzione italiana: in Toscana, Lazio, Liguria, Umbria e Puglia arriva quasi il 70% dell’olio extracomunitario importato in Italia

Si stima che circa il 50% dell’olio tunisino non sottoposto a dazi entrerà in Italia. Vuol dire che nel nostro Paese oltre 17 mila tonnellate a basso prezzo faranno concorrenza al nostro olio. Senza contare che l’accordo votato oggi in Parlamento Europeo, avallato dai cari amici del Pd, contempla la possibilità di immettere sul mercato qualsiasi quantità in qualunque momento – al contrario di ciò che accade oggi – con il pericolo concreto di creare fortissimi squilibri nel nostro mercato interno.

olio tunisino

Ciò che é accaduto in Plenaria é scandaloso. E la cosa peggiore é l’ipocrisia con cui la maggioranza ha trattato l’argomento, sostenendo che un Paese partner come la Tunisia, in grave crisi dopo gli attacchi terroristici, debba essere aiutato.

Non c’è dubbio che la Tunisia vada aiutata. E non c’è dubbio che i principi di solidarietà che l’Europa dice di sostenere vadano perseguiti con i fatti. Ma gli aiuti economici possono essere declinati in diverse forme. Aiutare uno Stato partner affossando la produzione di olio di uno Stato membro sembra corretto e solidale ai burocrati dell’Unione e all’illustre Partito Democratico?

Nessuno in Europa o nel Pd sente la necessità di solidarizzare con i nostri produttori di olio, costretti a difendersi da soli da frodi e contraffazioni, con sempre meno risorse a disposizione e con sempre meno certezze perché il Governo non é in grado di predisporre una strategia olivicola nazionale?

Il settore olivicolo é un comparto chiave per il nostro Paese. Eppure si permette un’invasione ancora maggiore di olio extra-Ue. Un olio, quello della Tunisia, che già nel primo semestre 2015 ha visto salire le importazioni nel nostro Paese del 681%, facendo diventare la Tunisia il terzo fornitore italiano di olio dopo Grecia e Spagna! Cifre che nel 2015 porteranno l’olio di oliva straniero a toccare il massimo storico delle importazioni nel nostro Paese.

Quantità che mettono con le spalle al muro le produzioni locali, perché la concorrenza sleale di un olio prodotto fuori dall’Ue a costi decisamente più bassi e introdotto senza dazi nel nostro mercato, rischia di mettere fuori dal mercato molti nostri produttori.

Sarà un caso, ma il primo ministro tunisino Habib Essid é anche uno dei maggiori produttori d’olio del Paese. Che i burocrati di Bruxelles e gli amici del Pd siano più attenti ai favori personali che all’economia reale di Italia e Tunisia?

Sembra proprio di sì. Ma un modo per opporsi a queste decisioni c’è e risiede nelle scelte di acquisto. Per aiutare le nostre produzioni dobbiamo acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, dove viene indicato in maniera esplicita che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane, oppure comprare olio direttamente nei frantoi.