La questione dei polli alla diossina approda al Parlamento europeo con un’interrogazione firmata da me e da Piernicola Pedicini, portavoce M5S in commissione Ambiente.

Nel testo dell’interrogazione si riassume la vicenda della frazione di Campagna nel Comune di Maniago, dal primo caso di contaminazione riscontrato nel 2011 all’aggravarsi dell’emergenza che ha costretto nelle ultime ore l’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 5 “Friuli Occidentale” a consigliare i proprietari degli ultimi polli analizzati ad astenersi  dal consumare carne di pollo e uova dei propri allevamenti.

A dicembre infatti, a causa delle preoccupazioni dei cittadini residenti e dopo le denunce del consigliere regionale Eleonora Frattolin, sono state effettuate una serie di analisi su campioni di pollo rilevando, in entrambi i capi esaminati, la presenza di diossina in valori di molto superiori ai limiti fissati dalla legge. 

Marco Zullo M5S Europa pollo diossina

Il Comune di Maniago si trova all’interno di una delle più grandi zone industriali della Regione Friuli Venezia Giulia, dove vi è la presenza di fonderie, cementifici autorizzati anche a bruciare rifiuti (Css), discariche e cave. Già nel 2011 le analisi condotte dal Consorzio Interuniversitario Nazionale la Chimica per l’Ambiente (INCA) su un pollo riscontrarono livelli di diossina superiori alla soglie di legge. Il successivo piano di monitoraggio delle diossine, furani e Pcb predisposto dalla Regione sarebbe risultato inefficace a causa di errori nelle fasi di campionamento.

Insieme a Pedicini ho pertanto chiesto un parere alla Commissione per capire la natura degli errori dei metodi di campionamento e di analisi per il controllo dei livelli di diossine. Infatti le ultime analisi condotte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie hanno nuovamente riscontrato la presenza di diossina tre volte al di sopra dei limiti di legge su altri polli prelevati nella zona interessata, confermando l’aggravarsi dei livelli di contaminazione.

 

Abbiamo inoltre domandato se le autorità competenti abbiano trasmesso alla Commissione le informazioni sui rischi per la salute umana, anche nell’ambito del sistema di allarme rapido (Rasff)  che è uno strumento essenziale per la valutazione di eventuali rischi e prevede il ritiro  o il sequestro dei prodotti pericolosi.

 

Il timore è che le autorità locali abbiano sottovalutato l’emergenza e le possibili ripercussioni sulla sicurezza dei cittadini, dato che la vicenda va avanti ormai da troppi anni.  La Commissione deve quindi porre in atto tutte le misure possibili per tutelare la salute umana e animale nel rispetto della normativa comunitaria.