L’Italia è un Paese che non produce energia nucleare, ma la Slovenia sì. La centrale nucleare di Krsko dista soltanto 150 chilometri dal confine col Friuli Venezia Giulia. E se capitasse un incidente in quella centrale, il nostro territorio non sarebbe esente da conseguenze.

Un rischio che è stato affrontato in un convegno che si è appena concluso “La gestione dell’emergenza radiologica a Trieste e in Friuli Venezia Giulia” organizzato da ARPA col patrocinio e contributo della Regione FVG.

Meme_Krsko

Eppure nonostante la Regione FVG abbia sponsorizzato questo importante convegno organizzato dall’ARPA, a oggi sui rispettivi siti internet dei due enti non c’è traccia di un piano regionale o interprovinciale quando invece le Regioni potenzialmente interessate dall’evoluzione di un evento incidentale devono definire proprie pianificazioni finalizzate ad assicurare, in stretto raccordo con il livello centrale, la realizzazione del piano per la iodioprofilassi, con cui implementare l’organizzazione dello stoccaggio delle scorte di iodio stabile e le modalità di distribuzione alla popolazione; l’adozione degli altri interventi di tutela sanitaria previsti dal Piano, come ad esempio il riparo al chiuso e le restrizioni alla produzione, distribuzione e consumo degli alimenti; la realizzazione del piano per l’informazione al pubblico.

Non sono pochi i fattori di rischio per Krsko, ad aprile 2014 si è verificato un terremoto nella vicina Slovenia che ha interessato anche la zona, sismica, dove sorge la centrale, e nell’ottobre 2013 c’è stato un allarme per fuoriuscite di radiazioni che, qualora si verificassero in quantità ingente, stando alle proiezioni degli scenari incidentali, interesserebbero la totalità della nostra Regione arrivando fino in Emilia Romagna.

Da portavoce dei cittadini nelle istituzioni, mi aspetto  che la Regione si attivi, oltre che per sponsorizzare convegni, anche per implementare tutte queste misure non ancora adeguatamente affrontate.