In un continente in cui ormai il 26% degli adulti è in sovrappeso, bisogna ripartire dalle scuole per educare i più giovani ad un’alimentazione sana, responsabile e sostenibile. Un’alimentazione dove zuccheri e sali aggiunti siano presenti il meno possibile.

Siamo soddisfatti che il programma per portare frutta e verdura nelle mense scolastiche dei bambini tra i 6 e gli 11 anni approvato mercoledì nella Plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo rispetti i requisiti chiesti dal Movimento 5 Stelle: sostenibilitá, stagionalitá, km zero, criteri etici nella selezione dei prodotti e niente additivi

All’Italia andranno circa 16,7 milioni per i programmi di frutta e verdura, più altri 8 per quelli relativi al latte, per un totale di quasi 25 milioni. Contro i 21,5 milioni complessivi del 2015.

E un grazie particolare al relatore non solo per l’eccellente lavoro di sintesi ma anche per gli energici e fruttuosi negoziati con il Consiglio, che hanno permesso al Parlamento di confermare alcuni punti per noi chiave.

In particolar modo sia la conferma di un budget cospicuo per entrambi gli ambiti di applicazione del programma, sia al fatto che si è ribadito con forza che l’obiettivo è educare i giovani a consumare prodotti freschi, escludendo perciò ad esempio quanto più possibile l’uso di zuccheri e sali aggiunti, che devono essere sottoposti a stringenti controlli da parte delle autorità nazionali.

Perchè in un continente in cui ormai il 26% degli adulti è in sovrappeso, bisogna ripartire dalle scuole per educare i più giovani ad un’alimentazione sana, responsabile e sostenibile.

Sono perciò molto soddisfatto che non siano state trascurate le misure educative di sostegno alla semplice distribuzione di prodotti freschi, per far comprendere agli studenti i vantaggi ed i benefici di uno stile di vita salutare ed equilibrato.

Ora che il programma è istituito, dobbiamo fare in modo che a livello nazionale e locale sia applicato nel migliore dei modi.