Nessun gioco al ribasso: servono misure più stringenti per evitare conflitti di interesse. Vogliamo l’inasprimento delle sanzioni e controlli effettuati non solo in uno Stato.

Dieselgate PD

Se è vero che da un lato l’accordo tra Stati membri prevede il monitoraggio dell’omologazione dei veicoli a livello dell’UE, dall’altro lato mina il senso della riforma stessa. Fondamentale è invece non puntare al ribasso: chiediamo innanzitutto che vi sia l’inasprimento delle sanzioni per le case automobilistiche che ingannano i cittadini e che, al contempo, i controlli sulle case di produzione non siano effettuati solamente dagli Stati a cui le case di produzione appartengono. Le auto di FCA, ad esempio, non vanno controllate in Italia, ma anche in altri Paesi e, possibilmente, a livello europeo.

E’ gravissimo il fatto che gli Stati membri dell’UE abbiano eliminato dalla proposta che la possibilità di emettere sanzioni finanziarie a livello europeo – fino a 30.000 euro per auto-  quando una casa di produzione automobilistica viene scoperta a truccare i test sulle emissioni. Inoltre non è ammissibile che, garantendo la possibilità di pagamenti diretti tra controllato (casa automobilistica) e controllore (Autorità di omologazione), si favorisca il conflitto di interessi. Infine non è tollerabile che non venga previsto l’utilizzo di revisori indipendenti per verificare le attività degli Stati membri.

Non ci stiamo: ci batteremo fino all’ultimo affinché la casa produttrice paghi l’autorità nazionale che, a sua volta, scelga il laboratorio indipendente di prova.

Se non si inaspriranno le multe per i produttori delle automobili, se non verranno eliminati i conflitti di interesse nei test non vi saranno i presupposti di un sistema trasparente e si potrà assistere ad un nuovo scandalo, un altro Dieselgate.

E’ inaccettabile che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Sandro Gozi (PD), si dica soddisfatto dell’accordo. Soddisfatto di continuare a coprire la FIAT?  La misura è colma: ci opporremo con forza alla decisione prese in sede di Consiglio dell’UE dagli Stati membri.

I CITTADINI HANNO IL DIRITTO DI ESSERE TUTELATI DA RIFORME SANE E NON CORROTTE DA MERE LOGICHE DI PROFITTO!