L’audizione in Parlamento Europeo di Stop Vivisection è stato uno straordinario esempio di partecipazione dal basso. Oltre 1 milione di cittadini europei vuole superare il metodo di sperimentazione animale come metro di valutazione per le reazioni del nostro corpo a farmaci e sostanze. Un metodo, come è stato ribadito durante il dibattito da ricercatori e scienziati, scarsamente predittivo.

Purtroppo viviamo una situazione di concorrenza sleale, dove i metodi innovativi vengono sottoposti ad un processo di validazione lungo e rigido, che può arrivare anche a 10 anni, con ritardi che spesso sono dovuti a eccessivi oneri burocratici ed economici; mentre i metodi basati sulla sperimentazione animale non hanno dovuto superare la procedura di validazione, anche se numerosi studi dimostrano che i risultati  spesso non sono applicabili all’uomo. Secondo il dipartimento della salute statunitense, il 92% dei farmaci che passano i test preclinici sugli animali non passa i test clinici sull’uomo.

Come al solito, manca la volontà politica di effettuare un salto di paradigma. La ricerca animale distoglie miliardi di euro dalla ricerca su metodi alternativi. Siamo sicuri che sia la strada giusta?

Ecco il teso dell’intervento:

Vorrei innanzitutto complimentarmi con i promotori dell’iniziativa Stop Vivisection per l’eccezionale risultato di aver portato oltre 1 milione di firme per discutere della revisione della Direttiva sulla sperimentazione animale. Un risultato straordinario perché è uno strumento che serve a far partecipare i cittadini alla vita politica e mi auguro che questo strumento venga utilizzato sempre più.

Tornando al tema in questione, vorrei soffermarmi sulla questione del sostegno a questi nuovi metodi di predizione che grazie al progresso scientifico sono oggi disponibili e che ci permettono di valutare e controllare gli effetti sull’uomo di diverse sostanze, utilizzando modelli non animali.

Questi nuovi metodi di sperimentazione – in vivo, in vitro o in silico – devono, ad oggi, essere giustamente sottoposti ad un processo di “validazione“, che ne verifichi pertinenza ed affidabilità. Si tratta di un processo lungo e rigido, che può arrivare anche a 10 anni, con ritardi che spesso sono dovuti a eccessivi oneri burocratici ed economici.

Queste nuove metodologie vogliono rappresentare una alternativa ai metodi tradizionali che utilizzano la sperimentazione animale. Metodi che oggi hanno un vantaggio: essendo già parte della legislazione odierna non hanno dovuto superare la procedura di validazione, anche se numerosi studi dimostrano che i risultati  non sono sempre applicabili all’uomo.

Viviamo una situazione di concorrenza sleale, dove i metodi innovativi vengono in qualche modo ostacolati, mentre quelli basati sulla sperimentazione animale hanno vita facile.

Vorrei chiedere alla Commissione Europea se sta pensando di rivalutare questi sistemi di validazione, in modo da favorire e rendere più rapidi questi nuovi metodi che non fanno uso di modelli animali.

Il Parlamento Europeo dovrebbe chiedere all’Europa di sostenere la ricerca per lo studio di metodi alternativi. In questo panel è stato ribadito che le regole esistenti non vengono rispettate. E mi sembra che di fatto abbiamo due possibilità, due scelte, due strade, ma quella che viene sostenuta è una soltanto.

Quindi ai cittadini non viene data la possibilità di portare avanti l’alternativa. Questo perché manca la volontà politica. Una volontà politica che sostenga sia economicamente che dal punto di vista normativo questa scelta.

All’articolo 13 del Trattato del Funzionamento dell’Unione Europea viene definita l’importanza del Benessere Animale. In queste settimane, Consiglio, Commissione e Parlamento stanno negoziando il regolamento sulle malattie animali trasmissibili all’uomo. In questo regolamento erano stati inseriti dei termini di attenzione al Benessere Animale. Nel Trilogo tra le istituzioni europee sono stati tolti quasi tutti, perché ritenuti fuori luogo.

Allora mi chiedo, quand’è che la politica ascolterà i cittadini e finalmente creerà una normativa generale sul Benessere Animale?