Il nuovo regolamento sul biologico ha le potenzialità per cambiare il nostro modello agricolo. La visione a lungo termine deve gioco forza ribaltare l’attuale visione del mercato dove l’agricoltura convenzionale è considerata quella principale, mentre il biologico è il settore di nicchia. Il biologico deve trasformarsi in settore di traino, vista la sua enorme espansione in un mercato dove i consumi si contraggono per via della crisi.

Ma non possiamo proporre un nuovo modello agricolo se questo non dà garanzia a tutta la filiera di potersi reggere dal punto di vista economico. Quindi ben vengano le nuove regole e i nuovi incentivi presenti nel regolamento, ma il punto fermo è la garanzia di sostenibilità economica per gli agricoltori.

Tra le varie proposte c’è quella di introdurre un’agenzia per la regolamentazione del biologico. Una soluzione che ci lascia perplessi, perché oltre a costituire un costo in più sulle spalle dei contribuenti europei, fa capire come l’Europa continui a pensare al biologico come ad un settore di nicchia, non come al settore sul quale dovrà essere imperniata l’agricoltura del prossimo futuro.

E’ inoltre in atto un ampio dibattito sulle aziende miste, quelle che portano avanti entrambe le produzioni: biologico e convenzionale. Per il M5S non hanno ragione di esistere, in un sistema che ha l’obiettivo finale di divenire al 100% biologico. Il biologico è un modo di approcciarsi alla natura e di concepire la vita, va benissimo un periodo di transizione per permettere alle aziende miste di adattarsi, ma questa transizione deve essere definitiva.