La Commissione Ue ha deciso di deferire l’Italia alla Corte europea per la mancata applicazione dell’aliquota di accisa nazionale a benzina e diesel acquistati dagli automobilisti residenti in Friuli Venezia Giulia.

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Il caso sulla liceità dell’erogazione della benzina a tariffe agevolate per i residenti del Friuli Venezia Giulia si trascina ormai da anni e sta volgendo al suo naturale epilogo. Più di un anno fa ho fatto notare che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato.

La procedura d’infrazione era una cosa nota a tutti, ma in tutto questo tempo la Regione non ha fatto nulla per trovare un rimedio. I principi sui cui avrebbe dovuto fortemente investire sono due: uno è mettere fine agli aiuti indiscriminati, che devono riguardare solo le fasce più deboli della popolazione residente; l’altro è un forte e significativo investimento sulla mobilità sostenibile.

Il sistema di contribuzione del Fvg va rivisto, perché allo stato attuale non fa che penalizzare le aree davvero più sensibili alla concorrenza slovena e austriaca. Per questo, ritengo sia giusto un riequilibrio, che scoraggi il fenomeno del pendolarismo del pieno, dando gli strumenti ai gestori degli impianti stradali della fascia orientale della regione di competere ad armi pari con i concorrenti sloveni. Il tutto, fermo restando che queste misure devono essere transitorie, fino al raggiungimento di un vero mercato unico, senza dimenticare che andrebbero promossi incentivi alla mobilità sostenibile, che consentano una organica rimodulazione del contributo per l’acquisto dei carburanti.