Un anno dopo l’inizio del caso dei motori diesel truccati, chiamato Dieselgate, tocca adesso a Fiat Chrysler ritrovarsi nella tormenta. In una lettera inviata mercoledì alla Commissione europea (e diffusa dal settimanale Wirtschaftswoche), la Germania accusa il costruttore italo-americano di utilizzare un dispositivo illegale che gli permetterebbe di fare omologare i suoi veicoli nonostante un livello di emissioni inquinanti fino a 5 volte il limite autorizzato. Berlino domanda a Bruxelles di fare pressione sull’Italia, che sembra considerare come legali le pratiche del suo fiore all’occhiello nazionale.

Marco Zullo M5S Europa dieselgate fiat marchionne

Con queste pratiche – secondo i test di KBA, l’agenzia federale automobilistica – su tre veicoli (Fiat 500X, Jeep Renegade e Fiat Doblò), Fiat disattiverebbe il suo sistema di controllo delle emissioni dopo 22 minuti di marcia, mentre le procedure di omologazione di un veicolo durano circa 20 minuti. Bisogna ricordare che un regolamento europeo del 2007 autorizza i costruttori a limitare le performance del sistema antinquinamento per preservare lo stato dei motori. Lo scorso febbraio Fiat aveva affermato di rispettare la legge.

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