L’ultima direttiva in materia di diritto d’autore nel mercato unico digitale risale al 2001, quando ancora nessuno poteva immaginare la grande rivoluzione che avrebbe portato Internet e l’arrivo dei social network. Ora il Parlamento Europeo ha deciso di aggiornare la propria posizione con una nuova direttiva che, di fatto, rischia di mettere a repentaglio la libertà di espressione e Internet per come lo conosciamo, cioè libero e aperto. Zullo Copyright in Europa Sono due gli articoli che, in particolare, andrebbero subito aboliti: l’articolo 11 sulla link tax e l’articolo 13 sul copyright più in generale. ARTICOLO 11 L’articolo 11 introduce la link tax, vale a dire una tassa per chiunque decida di condividere online una notizia, perché per pubblicare un link o uno snippet (le due righe di anteprima testuale che seguono il link pubblicato sui motori di ricerca e dagli aggregatori) sarà necessario avere un’autorizzazione da parte dell’editore e si dovrà pagare un compenso economico. Vale a dire che la condivisione di articoli sui social network o sui blog, da parte di tutti noi utenti, dovrà prima passare per l’autorizzazione degli editori, che avranno il diritto di vietarne la condivisione. Se questo voleva essere un modo per remunerare gli autori, non è certamente quello corretto. (Ne ho parlato anche qui: goo.gl/5ry81M) ARTICOLO 13 Ancora più pericoloso è l’articolo 13, che riguarda la censura e il copyright più in generale e che introduce un meccanismo per filtrare i contenuti che vengono caricati dagli utenti. In pratica, ci sarà un controllo preventivo e automatizzato di tutti i contenuti caricati sulle piattaforme on line. Con questo articolo si delega il totale controllo alle società multinazionali, che avranno il potere di decidere che cosa possiamo vedere o condividere, che cosa è giusto e cosa è sbagliato, che cosa tutti noi cittadini dobbiamo sapere e cosa non dobbiamo sapere. Come ha affermato Di Maio, “se non è un bavaglio questo ditemi voi cos’è un bavaglio”. Il pericolo di questa norma è dettato dal fatto che non solo si rischia di minare la libertà di espressione (diritto fondamentale), ma anche di affossare le PMI e start-up europee che dovrebbero sobbarcarsi ingenti costi per mettere in piedi efficaci sistemi di filtraggio. (Ne ho parlato anche qui: goo.gl/P5pxVm) Noi del Movimento 5 stelle, che ci stiamo battendo da anni su questo fronte, adesso più che mai siamo contro questa direttiva e faremo di tutto per bloccarla, perché minaccia la libertà di espressione e di informazione online!