Mi chiedo come sia possibile che a fronte di un’emergenza conclamata la Commissione europea se ne stia sotto l’ombrellone e non pensi di convocare immediatamente le autorità dei paesi coinvolti.
Ancora una volta l’Europa mostra la sua vera faccia, quella di un organismo burocrate, ben lontano dalle necessità dei suoi cittadini anche di fronte al caso delle uova contaminate, tant’è che convoca per il 26 settembre (!!!) una “riunione di alto livello con i ministri e le autorità interessate dalla vicenda delle uova contaminate”.

La triste verità è che dal 22 luglio, data in cui è stato lanciato il primo allarme sul caso delle uova avvelenate dall’insetticida fipronil, con il blitz delle le autorità per la sicurezza alimentare di Belgio e Olanda in alcuni capannoni dell’industria agroalimentare, ben poco di concreto è successo.  Una considerazione particolare va fatta per il nostro paese: potenzialmente è a rischio più di altri perché possiede una lunga e vasta tradizione alimentare che include le uova e i suoi derivati nella preparazione di diverse pietanze.
Cosa aspettano Martina e Lorenzin a richiede con forza che la tracciabilità dei prodotti sia totale per tutti i prodotti alimentari, e che vi sia un forte inasprimento di pene sia per le aziende che sgarrano, sia per i rispettivi paesi che silenti non fanno controlli preventivi sistematici?
Ricordo che sempre dai paesi del nord sono arrivati sulle nostre tavole la mucca pazza, l’aviaria e la carne brasiliana avariata, giusto per citare i casi più noti. Dov’è ora che serve il Governo Gentiloni? In spiaggia a scrutare il mare, mangiando uova sode al fipronil?”

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